A Palermo il trapianto di un fegato prelevato in Lettonia
Un vero e proprio volo salvavita. Questo ha rappresentato nei giorni scorsi il trasporto da Riga a Palermo di un fegato prelevato in Lettonia, appunto, e che all’ISMETT è stato trapiantato su un paziente di 50 anni affetto da insufficienza epatica terminale.
L’intervento, straordinario in particolare per l’aspetto organizzativo che lo ha contraddistinto, è stato reso possibile dall’utilizzo di tecniche all’avanguardia e da un circuito di collaborazione nazionale ed europea che ha visto coinvolto il Centro Regionale Trapianti della Sicilia, il Centro Nazionale Trapianti e l’Euro Transplant. Per eseguire questo tipo di operazioni, infatti, il tempo, l’organizzazione e l’esperienza sono indispensabili. La squadra di prelievo di IRCCS ISMETT-UPMC ha impiegato circa 4 ore di volo e poi un tragitto di mezz’ora in ambulanza per coprire i 2300 km di distanza fra la Sicilia e l’ospedale in Lettonia, dove è intervenuta direttamente per prelevare il fegato del donatore.
Arrivato l’organo a Palermo dopo circa sette ore di ischemia, per testare ed ottimizzare la funzione dell’organo, il team guidato dal professor Salvatore Gruttadauria, direttore del Dipartimento per la Cura e lo Studio delle Patologie Addominali e dei Trapianti Addominali, ha deciso di utilizzare la tecnica di “ricondizionamento ipotermico” per poter così trapiantare l’organo con maggiore sicurezza. È stata, quindi, utilizzata la macchina da perfusione, un sistema che serve per “ricondizionare” l’organo da trapiantare. Il ricondizionamento del fegato da destinare a trapianto è possibile utilizzando apparecchiature molto complesse, in grado di migliorare le condizioni degli organi espiantati. A tal fine, l’organo espiantato viene perfuso alcune ore prima del trapianto così da migliorare le sue condizioni.
“La pratica di utilizzare le macchine da perfusione rende possibile trapiantare organi estremamente marginali ed è indispensabile per mantenerli in condizioni di trapiantabilità qualora le tempistiche del trapianto dovessero essere superiori allo standard – ha spiegato il professore – Questo determina diversi vantaggi, quali aumentare significativamente il numero di organi marginali utilizzabili e riduce in tal modo i tempi di attesa in lista per trapianto e la distanza fra il numero di organi disponibili ed il numero di pazienti candidati al trapianto”.
Il fegato prelevato in Lettonia è stato, quindi, perfuso in macchina per 5 ore e poi trapiantato in un paziente siciliano. Un trapianto perfettamente riuscito tanto che l’uomo è già stato dimesso.