Ascite, cos’è e quali malattie del fegato possono provocarla
Si chiama ascite. Consiste nell’accumulo di liquido all’interno del cavo peritoneale, lo spazio che si trova tra le membrane che rivestono l’addome. Può rappresentare la spia di diverse malattie del fegato, da cui spesso viene generata.
Prime tra tutte la cirrosi epatica, virale o alcolica, e la sindrome di Budd-Chiari. Si tratta di una trombosi generata dall’aumento delle pressioni nei vasi sanguigni del fegato, in primis la vena porta: nei pazienti con cirrosi si manifesta per una riduzione della cosiddetta pressione oncotica, quella che trattiene i liquidi nei vasi epatici. Queste due condizioni possono portare alla formazione di liquido nel cavo peritoneale, quindi all’ascite.
Il fegato, tuttavia, non è l’unico organo coinvolto. Anche il cuore, seppur indirettamente, può giocare un ruolo in tal senso: lo scompenso del cuore destro e l’ipertensione polmonare, infatti, possono avere ripercussioni sul fegato e, conseguentemente, sull’aumento di pressioni e formazione dell’ascite. Stesso discorso per le neoplasie di organi come ovaio, pancreas o intestino che provocano la diffusione di cellule tumorali nella cavità del peritoneo con formazione di liquido al suo interno.
Nausea, dolori addominali e difficoltà nell’alimentazione sono tra i sintomi più diffusi, accompagnati anche dall’aumento della circonferenza addominale. Stabilire se si è di fronte a un’ascite è possibile grazie a un’ecografia che permette di verificare se c’è un accumulo di liquido dove, in situazioni normali, dovrebbe essere assente. Un prelievo dello stesso liquido(paracentesi), attraverso la conta cellulare, aiuterà a stabilirne l’origine, compresa la presenza di cellule tumorali. Il versamento generato dall’ascite, infatti, è di due tipi: trasudatizio, non infiammatorio, e essudatizio, infiammatorio e caratterizzato da valori alterati di proteine, albumina e potenziale aumento di globuli bianchi e rossi e presenza di cellule cancerogene.