Focus 28 Ottobre 2021

Chirurgia epatica, a Pisa la nuova tecnica che ha rimosso 35 metastasi

La chirurgia epatica continua a compiere straordinari passi avanti. L’intervento effettuato nei giorni scorsi nell’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana ha permesso di rimuovere le 35 metastasi distribuite nei due lobi del fegato e il tumore primitivo del colon in una giovane paziente toscana. Non essedo possibile operare su entrambi gli organi contemporaneamente, è stata eseguita una strategia completamente nuova che ha permesso, da un fegato malato, di ricavarne due sani. Capiamo in che modo.

Il “fegato di sinistra”

Il fegato è costituito da otto segmenti. Nel primo tempo è stata eseguita la bipartizione epatica asportando i segmenti epatici centrali interessati dalle metastasi (segmenti 1 e 4) e associando la bonifica del fegato di sinistra con l’asportazione del tumore primitivo. Successivamente è stato fatto crescere l’unico segmento libero da malattia (dei quattro) del fegato di destra (il segmento 5) mediante embolizzazione portale. Nel secondo tempo chirurgico è stata poi eseguita la bonifica del fegato di destra asportando tre dei quattro segmenti del fegato di destra (i segmenti 6, 7 e 8 precedentemente trattati con l’embolizzazione), con un intervento estremamente complesso durante il quale le funzioni vitali della paziente sono state sostenute dal fegato di sinistra (segmenti 2 e 3) bonificato durante il primo tempo.

Il “fegato di destra”

Alla ri-stadiazione post chirurgia l’approccio strategico è stato radicale e appaiono regolari i due fegati: uno a destra rappresentato dal segmento 5 e uno a sinistra rappresentato dai segmenti 2 e 3. La paziente ha potuto così ricominciare la chemioterapia. I risultati nel medio-lungo termine dipenderanno dalla risposta ai trattamenti sistemici, ma in caso di ripresa di malattia la probabilità di poter beneficiare di ulteriori trattamenti chirurgici rimane ancora concreta grazie alla presenza dei due fegati.

Questa nuova strategia chirurgica, finora mai messa in atto in nessun ospedale del mondo, è stata ideata dal Gruppo multidisciplinare per la Chirurgia epatica del risparmio d’organo e applicata dal dottor Lucio Urbani. È dal giugno 2018 che in Aoup è stato deliberato, per tre anni, il PDTA (il Piano diagnostico terapeutico assistenziale) della Chirurgia epatica del risparmio d’organo per le metastasi, di cui è responsabile il dottor Urbani. Si tratta di un esempio economicamente sostenibile di innovazione nel campo dell’altissima specialità e complessità che non ha determinato alcun costo aggiuntivo sul bilancio pluriennale 2018-2020, sebbene siano stati effettuati interventi complessi con strategie chirurgiche innovative e persino prime al mondo, come in questo caso.