Focus 24 Marzo 2022

Cos’è l’epatite D, da cosa dipende e come si cura

Il nome completo è “Delta”, anche se è più nota come epatite D. Si tratta di un’infezione del fegato generata da due virusquello dell’epatite B (HBV) e, appunto, della D. Può essere trasmessa con sangue e liquidi corporei del soggetto infetto e si distingue in acuta e cronica: nel primo caso guarisce spontaneamente senza dover ricorrere a terapie specifiche, nel secondo può svilupparsi gradualmente e durare nel tempo. Quest’ultima tipologia, pur verificandosi in meno del 5% dei casi, qualora dovesse manifestarsi in un paziente che ha già l’epatite B cronica, in quasi il 90% dei casi può accelerare la progressione verso una malattia più grave.

Inizialmente l’infezione acuta non genera sintomi, ma qualora si sviluppassero disturbi, generalmente entro tre mesi dal contagio, si possono registrare: dolori muscolari e articolari, febbre, spossatezza, perdita di appetito, prurito della pelle, urine scure e feci pallide. Stesso discorso per l’epatite D cronica che può non generare avvisaglie fino a quando però il fegato smette di funzionare correttamente (condizione che viene definita insufficienza epatica): importante, ai fini dell’individuazione dell’infezione, effettuare esami del sangue come la ricerca delle transaminasiIn situazioni particolari l’infezione può portare all’epatocarcinoma, condizione che inevitabilmente potrebbe rendere necessario l’intervento chirurgico o il trapianto di fegato.

Stime ufficiali dicono che nel mondo oscillino tra i 10 e i 20 milioni i pazienti coinvolti e che circa il 10% di quelli con epatite B abbia anche la Delta: in Italia siamo intorno ai 15mila. Fino ad oggi l’unica terapia farmacologica disponibile era l’interferone, che tuttavia generava numerosi effetti collaterali e non poteva essere somministrato a persone avanti con l’età o malate gravi. A breve, si spera, l’AIFA dovrebbe però esprimersi su bulevirtide, un nuovo medicinale che permetterebbe di trattare senza interferone anche quei pazienti che prima non potevano ricevere alcuna terapia.