Focus 17 Giugno 2021

Diabete di tipo 1, al Niguarda il progetto di trapianto di isole pancreatiche con cellule bio-ingegnerizzate

Capsule bio-ingegnerizzate come gusci protettivi per eliminare la terapia immunosoppressiva e aumentare il numero di pazienti che si possono sottoporre al trapianto delle isole pancreatiche. È quanto prevede il progetto di ricerca che sta per essere avviato al Niguarda di Milano in collaborazione con la Fondazione Italiana Diabete Onlus, l’università di Perugia e il Diabetes Research Institute di Miami.

Il diabete di tipo 1 è una malattia autoimmune che colpisce nel 50% dei casi nell’infanzia e nell’adolescenza, se non trattato porta alla morte e, se mal trattato, può causare molte complicazioni gravi, sia acute che croniche. Questo tipo di diabete, che rappresenta il 5% dei casi complessivi, richiede un trattamento insulinico immediato ed intensivo e un frequente monitoraggio dei valori glicemici. Il trapianto di pancreas e quello, meno invasivo, di isole pancreatiche sono due procedure potenzialmente capaci di risolvere per molti anni il diabete di tipo 1, eliminando o riducendo l’insulino-dipendenza e allontanando o facendo regredire le complicanze. Purtroppo, però, a causa dell’utilizzo di farmaci immunosoppressori (antirigetto) e dei conseguenti effetti collaterali associati, il ricorso a questi trattamenti è limitato ai casi nei quali sono già presenti complicanze gravi o a quelli in cui la terapia insulinica non permette di controllare la malattia.

Il trapianto di isole pancreatiche è una procedura particolare utilizzata in Italia da due soli centri, tra cui il Niguarda di Milano, che fino ad oggi ha trapiantato oltre 100 persone. Ed è proprio qui che, grazie al supporto della Fondazione Italiana Diabete, sta per partire un nuovo progetto di ricerca sperimentale che punta ad allargare l’applicabilità del trapianto a molte più persone, evitando il ricorso alle terapie antirigetto.

Il progetto autorizzato nel 2020, rimandato per la diffusione della pandemia, è finalmente stato attivato ed avrà una durata di 2 anni: “Utilizzeremo delle speciali microcapsule per trapiantare le cellule pancreatiche sulla membrana che circonda gli organi addominali (omento) – spiega Federico Bertuzzi, Responsabile della Diabetologia di Niguarda –  con la collaborazione dello staff dei nefrologi, chirurgi dei trapianti, anestesisti e della terapia tissutale. Ci si aspetta che, grazie a queste capsule prodotte dall’Università di Perugia, il sistema immunitario del paziente non sia in grado di distruggere le cellule pancreatiche, le quali potranno quindi iniziare a produrre l’insulina necessaria. Il progetto è in collaborazione con il Diabetes Research Institue di Miami”.

Non ricorrendo quindi alle terapie antirigetto, oggi necessarie per impedire l’attivazione del sistema immunitario, grazie all’utilizzo delle capsule molti più pazienti potrebbero in futuro accedere al trapianto.