Focus 05 Novembre 2020

Epatite C, in Italia cala l’accesso al trattamento. Cosa prevede il nuovo screening in via di approvazione

Uno screening gratuito anti epatite C a beneficio della coorte di nascita dal 1969 al 1989 e di quei soggetti che appartengono a categorie esposte a rischio. È quanto previsto nel decreto “Milleproroghe” e che è stato ribadito nei giorni scorsi dalla sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, nel corso dell’audizione in commissione Affari Sociali alla Camera dei Deputati.

Zampa ha risposo all’interrogazione presentata da Michela Rostan (Italia Viva) relativa all’iter di adozione del decreto attuativo sulle attività di screening per l’individuazione del virus dell’HCV. Uno dei problemi con cui ancora oggi è necessario fare i conti è il cosiddetto sommerso, quelle persone cioè che “essendo inconsapevoli di essere infette, rappresentano un serbatoio per il virus e per potenziali nuovi contagi”, ha spiegato la sottosegretaria.

Nel nostro Paese, fino ad oggi, ammontano a 213.730 i pazienti trattati, a fronte però del recente calo di coloro che erano stati avviati alla terapia con farmaci antivirali. Numeri che fanno seguito, in base a quanto comunicato dall’Aifa, al trend crescente di accesso al trattamento registrato negli anni passati. Zampa ha poi sottolineato come, lo scorso settembre, sia stato istituito un “Gruppo di lavoro con il compito di redigere la bozza del decreto interministeriale che definirà i criteri e le modalità per l’attuazione dello screening. Il Gruppo ha provveduto a redigere un nuovo Pdta (percorso diagnostico terapeutico assistenziale) nazionale, onde assicurare un equo accesso alle cure su tutto il territorio nazionale, pronto per essere sottoposto alla Conferenza”.

Quello del sommerso è un problema che da tempo affligge anche le carceri italiane e che, proprio nell’epoca del Covid, si è ulteriormente accentuato. EPATeam aveva affrontato questo tema raccontando il piano per far ripartire la ricerca dei potenziali portatori del virus in otto istituti italiani.