Epatiti virali acute, la situazione in Italia per ogni tipologia
I casi di epatiti virali acute nel nostro Paese stanno diminuendo. È quanto emerge dal report del Sistema epidemiologico integrato (SEIEVA) coordinato dall’Istituto superiore di sanità che, tipologia per tipologia, spiega nel dettaglio qual è lo scenario italiano. Oltre alle forme generalmente più note, il documento cita anche i numeri dell’epatite E. Ma vediamo meglio nel dettaglio.
Epatite A
Sono stati 126 i casi notificati lo scorso anno, in particolare dalle regioni del Centro-Nord come Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Toscana, Emilia Romagna e Veneto. Si registra un lieve incremento dell’incidenza (0,25/100.000) rispetto al 2020 (0,19/100.000 nel 2020), ma si conferma il trend in diminuzione dopo l’epidemia del 2017-2018. La fascia di età più rappresentata tra i casi è quella degli over 65 (29,4%), seguita dalla fascia 35-54 anni (24,6%). Si registra invece un sostanziale equilibrio nella distribuzione per sesso dei casi. Negli ultimi anni l’epatite A è tornata a essere prevaletemene un’infezione a trasmissione alimentare: il consumo di molluschi crudi o poco cotti (41,4%) e di frutti di bosco surgelati (23,7%), sono infatti i fattori di rischio più frequenti per il contagio. Mentre la trasmissione interumana attraverso contatti con casi accertati (casi secondari 10,5%) e fra uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (MSM, Men who have Sex with Men), dopo una recrudescenza fino al 2019, ha subito negli ultimi due anni un netto calo.
Epatite B
Anche in questo caso sono state le regioni del Centro-Nord (Lombardia, Emilia Romagna, Toscana e Lazio) quelle con il maggior numero di casi segnalati (89), per una lieve diminuzione dell’incidenza (0,18/100.000) rispetto all’anno precedente (0,21/100.000 nel 2020). La fascia d’età più colpita è quella tra i 35 e i 54 anni, soprattutto di sesso maschile (77,5%). Maggiore esposizione a trattamenti estetici (manicure, pedicure, piercing e tatuaggi), insieme a comportamenti sessuali promiscui, si confermano i principali fattori di rischio.
Epatite C
Tra le epatiti virali acute, la C conferma un leggero aumento con 24 nuovi casi notificati durante il 2021. Gli uomini sono sempre i principali interessati, con l’83% di età superiore ai 35 anni: 7 casi riguardano soggetti over 65. L’esposizione in ospedale è il principale fattore di rischio (45,5%), mentre calano gli episodi riconducibili ai trattamenti estetici (42,1%). Di contro, lo scorso anno è tornata ad aumentare la percentuale generata da rapporti sessuali con partner multipli o per mancato uso del preservativo in rapporti occasionali (19% rispetto al 5,6% del 2020): un dato, quest’ultimo, che potrebbe essere collegato alla sospensione delle misure di contenimento per contrastare la pandemia da Covid-19.
Epatite E
L’epatite E è stata solitamente considerata un’infezione tipica dei viaggatori che si recavano in aree endemiche, soprattutto asiatiche quali Cina, India, Bangladesh, Pakistan, e sudamericane quali Perù e Messico, ma anche Africa centrale e settentrionale. Per questo, in passato in Italia il sospetto diagnostico e quindi l’esecuzione dei test specifici in caso di epatite acuta avveniva solo in presenza di quel determinato fattore di rischio. Tuttavia, escludendo gli ultimi due anni caratterizzati dall’emergenza sanitaria provocata dalla pandemia, i casi sono aumentati fino ad arrivare a un allineamento con quelli di epatite C. Nel 2019, soprattutto, un picco è stato registrato a seguito dei focolai in Marche, Lazio e Abruzzo provocati dal consumo di carni di maiale e cinghiale. Gli uomini sono più colpiti (85,7) delle donne e la maggiore incidenza riguarda le persone al di sopra dei 55 anni, diversamente dal passato quando le più colpite erano le fasce 25-34 e 35-54 anni. La quasi totalità (95%) dei casi si è verificata tra gli over 35 anni, il 29% negli over 65.