Focus 25 Giugno 2020

Funzionalità epatica deteriorata e mortalità elevata nei pazienti epatici, gli effetti del Covid sul fegato

Il Covid-19 è associato al deterioramento della funzionalità epatica e a un’elevata mortalità nei pazienti cirrotici. È quanto emerso da una ricerca pubblicata sul Journal of Hepatology effettuata per studiare gli effetti della pandemia in corso sulle persone affette da patologie del fegato.

Si è trattato di un’indagine retrospettiva multicentrica che ha arruolato, tra il 1° e il 31 marzo 2020, 50 pazienti cirrotici (età 67 anni, 70% uomini, 38% virus-correlati, 52% cirrosi precedentemente compensata) con infezione da Coronavirus, confermata come sindrome respiratoria acuta grave. Il 64% di questi si è presentato con febbre, il 2% con mancanza di respiro, mentre il 22% con encefalopatia: per il 71% di essi è stato necessario intervenire con strumenti di supporto respiratorio, il 52% ha ricevuto antivirali, l’80% eparina. Nel corso della terapia, l’albumina sierica è diminuita, mentre il tempo di bilirubina, creatinina e protrombina è aumentato alla diagnosi di Covid-19. Diciassette sono stati i pazienti deceduti dopo una media di dieci giorni dalla diagnosi, con un tasso di mortalità che ha toccato il 34% a 30 giorni: tasso di mortalità che è risultato significativamente più alto nei pazienti cirrotici ospedalizzati con Covid-19 rispetto a quelli con infezioni batteriche.

Lo studio ha poi visto una fase iniziale di raccolta dei dati demografici e clinici, compresi i sintomi o segni clinici alla presentazione, risultati di laboratorio, terapie antivirali somministrate e profilassi anti-trombotica. Per il confronto erano stati raccolti anche i dati dell’ultima visita ambulatoriale prima del Coronavirus: quando si è verificata un’infezione da Sars-CoV-2 durante il ricovero, i dati della diagnosi del contagio sono stati confrontati con quelli raccolti al momento del ricovero.