Focus 18 Gennaio 2022

I trapianti di fegato crescono nel 2021, l’Italia torna ai livelli pre pandemia

È un bilancio positivo quello che si può stilare alla fine del 2021. Il report pubblicato dal Centro Nazionale Trapianti, infatti, conferma che l’Italia è riuscita a tornare ai livelli pre-pandemia. In particolare, i trapianti di fegato crescono del 14,5% andando a completare un quadro che fissa a 3778 il totale degli interventi effettuati nel corso dell’anno. Ma andiamo per ordine.

Dopo la brusca frenata del 2020, quando l’impatto della prima ondata del Covid aveva portato a un calo complessivo del 10%, nel 2021 la Rete trapianti è riuscita a riorganizzare la propria attività nel nuovo contesto dell’emergenza e a recuperare, segnando un +12,1% sul fronte delle donazioni di organi e del 9,9% su quello dei trapianti. Per l’esattezza, sono stati 341 gli interventi in più effettuati, con Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna sul podio delle regioni più virtuose. Proprio quest’ultima ha fatto registrare la crescita maggiore dei volumi di intervento (+24,3% rispetto al 2020), mentre è seconda, sempre dietro alla Lombardia, per numero di trapianti di fegato (213, di cui 8 da donatore vivente). Dei 3778 totali, 1376 sono stati quelli epatici, così come in crescita sono anche quelli di pancreas, rene (che tuttavia sono sempre i più numerosi) e cuore. Contenuta, invece, rimane l’attività sul polmone che con 115 interventi registra lo stesso dato dell’anno precedente. Per i trapianti da vivente, è il Veneto a guidare la classifica nazionale (76), davanti a Emilia Romagna (64) e Lazio (46).

A tornare a crescere sono anche i prelievi di organi (1725, +12,1% rispetto al 2020), di cui 362 da donatori viventi. Complessivamente il tasso di donazione è risalito a 22,9 donatori per milione di abitanti: meglio del 2020 (20,5), ma anche del 2019 (22,8). Valle d’Aosta, Toscana ed Emilia Romagna si confermano le regioni più virtuose in rapporto alla popolazione, con un tasso rispettivamente di 64, 47,7 e 37,4 per milione. Le regioni del Centro-Sud restano ancora molto indietro rispetto a quelle settentrionali, pur essendo in recupero: positivo il bilancio della Basilicata (che sale da 5,3 a 18,1), dell’Abruzzo (+8,6) e di Puglia e Sicilia (+5,4). Se i trapianti di fegato crescono, e non solo, è anche per il calo delle opposizioni al prelievo degli organi rilevate nelle rianimazioni: nel 2021 i “no” si sono fermati al 28,6%, contro il 30,2% dell’anno precedente. Circa quattro opposizioni su cinque sono state decise dai familiari del deceduto, negli altri casi il diniego era stato registrato in vita. Il miglior risultato è stato ottenuto in Veneto (tasso di opposizione del 18,8%, -4,4 rispetto al 2020) e anche nelle regioni meridionali la situazione è in netto miglioramento: per la prima volta la Campania ottiene un risultato più positivo della media nazionale (27,8% di “no”, un anno prima l’opposizione era al 37,7%), mentre diminuzioni tra il 6 e il 17% si sono registrate anche in Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia, oltre che in Abruzzo, Umbria e Liguria.

Il 2021 ha poi rappresentato la ripartenza anche sotto il profilo della cultura del donoSono state oltre 3.201.540 le dichiarazioni di volontà, di cui 2.204.318 i consensi: da quando la registrazione dell’opinione dei cittadini maggiorenni avviene principalmente all’anagrafe comunale al momento del rinnovo della carta d’identità, quella raggiunta lo scorso anno è la percentuale di “sì” (68,8%) più alta mai raggiunta prima. Un risultato frutto anche della campagna “Donare è una scelta naturale” lanciata ad aprile da Ministero della Salute, CNT e associazioni.