In aumento i decessi per cirrosi ed epatocarcinoma
I decessi per cirrosi ed epatocarcinoma sono destinati ad aumentare. È quanto prevedono le stime fornite dal Global Burden of Disease (GBD), l’organo istituito per misurare livelli e tendenze epidemiologiche nel mondo, secondo cui entro il 2040 il numero dei pazienti che non supereranno la malattia epatica e il tumore del fegato aumenterà rispettivamente del 50% e del 100%.
Condotto dall’Institute for Health Metrics and Evaluation (IHME) dell’Università di Washington, a Seattle, lo studio GBD offre una potente risorsa per comprendere le mutevoli sfide sanitarie che le persone di tutto il mondo devono affrontare nel 21° secolo. Esaminando le tendenze dal 1990 a oggi, l’ultimo studio include dati sulla mortalità e la morbilità in 204 Paesi e territori, 369 malattie e lesioni e 87 fattori di rischio. Tracciando i progressi all’interno dei Paesi e tra di essi, fornisce uno strumento importante per informare medici, ricercatori e responsabili politici, promuovere la responsabilità e migliorare le vite in tutto il mondo.
Per intervenire adeguatamente di fronte a questo scenario, è necessario che professionisti e medici di famiglia contribuiscano a sviluppare soluzioni per giungere a diagnosi sempre più tempestive che consentano di attuare le terapie migliori in tempi utili a salvaguardare la salute e la vita del paziente. Se da un lato sono in aumento i decessi per cirrosi ed epatocarcinoma, dall’altro occorre stilare una classificazione precisa delle altre malattie croniche del fegato. Una particolarmente grave è l’encefalopatia epatica, che nei pazienti cirrotici è presente in circa il 20% dei casi: è una condizione in cui il funzionamento del cervello peggiora a causa di una sopraggiunta incapacità del fegato di eliminare le sostanze tossiche presenti nel sangue. Prendere in carico la persona che ne è affetta significa garantirle un accesso alle cure e una corretta aderenza alla terapia per evitare ulteriori complicanze.
Ma il tema della costante formazione dei medici di base vale anche nell’ambito delle malattie autoimmuni del fegato: dalla colangite biliare primitiva, all’epatite autoimmune, passando per la colangite sclerosante primitiva, si tratta di forme che, seppur rare, se non diagnosticate in tempo evolvono con conseguenze anche gravi sul paziente. Cirrosi scompensata e colangiocarcinoma sono tra gli effetti più seri. Ad oggi nel mondo sono circa un milione i decessi che ogni anno vengono registrati a seguito della cirrosi, la terza causa di morte nelle persone tra i 45 e i 64 anni di età. Insieme all’epatocarcinoma è responsabile del 3,5% di decessi in tutto il mondo.