Focus 09 Maggio 2022

La chirurgia robotica di Modena premiata a Istanbul

La chirurgia robotica di Modena ha ottenuto un altro importante riconoscimento. Nei giorni scorsi, infatti, in occasione del Congresso della ILTS (la Società internazionale del trapianto di fegato), il professor Fabrizio Di Benedetto, direttore del reparto di Chirurgia Oncologica, Epatobiliopancreatica e dei Trapianti di Fegato dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria, ha presentato i risultati degli studi sulla tecnica mini-invasiva per il trattamento dei tumori delle vie biliari del fegato.

Nella foto: il dottor Paolo Magistri e, a destra, il professor Fabrizio Di Benedetto

L’evento ha rappresentato anche l’occasione per il dottor Paolo Magistri, ricercatore dell’Università di Modena e Reggio Emilia e chirurgo dell’unità diretta da Di Benedetto, di ricevere il premio come “Young Investigator Award”, il riconoscimento scientifico dedicato ai giovani ricercatori under 40. Il lavoro premiato è stato proprio quello del confronto tra tecnica tradizionale e robotica negli interventi chirurgici per tumori del fegato in pazienti inizialmente non operabili. Il titolo del lavoro premiato è “Robotic vs open associating liver partition and portal vein ligation for staged hepatectomy (ALPPS)”. Come ha spiegato il professor Di Benedetto, “siamo molto orgogliosi del risultato ottenuto, un premio che sancisce ulteriormente la bontà degli sforzi profusi dal nostro centro”. L’esperienza presentata dal professor Di Benedetto e dal dottor Magistri si basa su tecniche innovative in chirurgia robotica del fegato, frutto di oltre 1000 resezioni epatiche nell’AOU e circa 300 interventi chirurgici robotici per malattie del fegato. 

“Grazie al programma robotico attivo ormai da 7 anni, e supportato della Regione Emilia-Romagna, – ha proseguito il professore – oggi l’AOU di Modena può offrire ai pazienti che vi accedono i trattamenti più innovativi al mondo, in grado di portare al trattamento chirurgico radicale pazienti inizialmente non operabili a causa dell’estensione dalla malattia. Con il nostro studio abbiamo dimostrato che l’approccio robotico consente di ridurre il rischio di complicanze e di mortalità in questi casi estremamente delicati, e di migliorare la ripresa post-operatoria riducendo la degenza totale in ospedale ed in terapia intensiva”.

“Abbiamo sempre creduto e investito nell’ambito della chirurgia robotica e nella medicina di precisione per il miglioramento delle cure dei nostri pazienti – ha commentato il Direttore Generale dell’AOU, Claudio Vagnini – Dotando lo stabilimento del policlinico della piattaforma robotica abbiamo voluto far sì che il profilo delle cure si mantenesse ai vertici e che i giovani medici potessero accedere ad una formazione al passo con i tempi. Il riconoscimento internazionale di questo progetto ci inorgoglisce e ci spinge a perseguire i nostri obiettivi di continua crescita, per offrire all’utenza i trattamenti più moderni”.

“È molto importante che il lavoro dei giovani ricercatori del nostro Ateneo sia riconosciuto e premiato a livello internazionale – ha aggiunto il Rettore, Carlo Adolfo Porro – Produrre evidenze scientifiche a supporto del miglioramento dei trattamenti e delle cure è fondamentale per la ricerca clinica. Inoltre, l’internazionalizzazione è un processo molto importante per il prestigio dell’Ateneo, e sempre più medici in formazione e fellow internazionali giungono a Modena per apprendere le moderne tecniche chirurgiche, i più recenti da Brasile, Singapore e Turchia, a testimonianza del grande lavoro svolto dalla nostra Università nel rendersi competitiva a livello sovranazionale”.

Ad oggi la chirurgia robotica di Modena ha prodotto, tra fegato, vie biliari e pancreas, oltre 370 interventi, superando così il 60% di interventi eseguiti con tecnologia mini-invasiva robotica. Questi standard, ai vertici internazionali, rendono il Policlinico meta di studio per numerosi specialisti e medici in formazione che qui vengono ad apprendere l’uso di nuove tecniche nella cura dei tumori del fegato.