L’adroterapia per i tumori del fegato e delle vie biliari
Ci sono anche i tumori primitivi del fegato e delle vie biliari tra le neoplasie che possono essere trattate con l’adroterapia. Si tratta di una tecnica utilizzata per la cura di quelle forme spesso inoperabili o resistenti alle procedure tradizionali: dal 2017 è entrata a far parte dei Lea, i livelli essenziali di assistenza del nostro Sistema sanitario nazionale.
Rispetto alla radioterapia classica, basata sull’utilizzo di raggi X o elettroni, l’adroterapia si affida a protoni e ioni di carbonio. Queste particelle, chiamate “adroni”, hanno il vantaggio di essere più pesanti e di avere più energia di quanto non abbiano gli elettroni: conseguentemente risultano più efficaci nell’agire e distruggere le cellule tumorali.
Questa procedura consente di trattare tutti quei tumori radioresistenti e, inoltre, assicura una precisionemaggiore nella conservazione dei tessuti sani: il rilascio di energia, infatti, è estremamente selettivo con l’adroterapia, il che significa che vengono colpite solo le cellule tumorali. Questi vantaggi, uniti a una personalizzazione del trattamento in ogni singola fase, genera un’elevata capacità distruttiva dei tessuti tumorali: ecco perché la massa deve essere posizionata con precisione millimetrica, molto di più rispetto alla radioterapia tradizionale.
Oltre ai tumori primitivi del fegato e delle vie biliari, con questa procedura è possibile trattare anche:
- tumori che coinvolgono l’encefalo, la base cranica e il midollo spinale;
- tumori dell’addome (pancreas, reni e sarcomi);
- tumori degli arti e della colonna vertebrale;
- tumori di testa, collo e prime vie respiratorie;
- tumori della pelvi;
- tumori solidi pediatrici
- tumori del torace