Focus 21 Luglio 2021

Praticare sport dopo il trapianto di fegato

Una parte integrante della terapia post-intervento. Praticare sport dopo il trapianto di fegato sta diventando esattamente questo, un aspetto imprescindibile della fase di ripresa, uno strumento di benessere una volta tornati a casa. Tuttavia, con moderazione.

L’attività fisica non è più soltanto vista come ricetta per uno stile di vita sano, ma come un vero e proprio toccasana per gli effetti che gli immunosoppressori generano su muscoli e ossa: in più contribuisce a contrastare quelle complicanze a cui il paziente è soggetto, come l’obesità, il diabete e l’ipertensione arteriosa, tanto per citarne alcune. Lo stesso Centro Nazionale Trapianti, da qualche anno si sta attivando per invogliare i vari centri trapianto italiani ad avviare questo tipo di attività: l’obiettivo è quello di organizzare iniziative che portino le persone che si sono sottoposte a trapianto di fegato a praticare attività sportiva nella loro vita post-trapianto.

Tuttavia, al di là degli innegabili benefici che lo sport genera sulla salute, l’attività fisica non è un qualcosa che i pazienti trapiantati sposano al 100%. Modificare lo stile di vita, eliminando quelle abitudini poco salutari, richiede impegno e, soprattutto, motivazione e cooperazione attiva da parte della persona interessata: informare, promuovere e supportare il paziente possono rappresentare azioni efficaci da perseguire. Il tutto senza dimenticare che, una volta dimessi dall’ospedale, almeno nei primi tre mesi è necessario restare a riposo. Gradualmente il ritorno alla vita normale e alle regolari attività dovrà passare attraverso un’attenta programmazione dell’esercizio fisico.È consigliabile non compiere sforzi nei primi due mesi (come ad esempio portare buste della spesa che superino i 6-8 kg di peso) così da dare modo alla ferita di rimarginarsi correttamente.