Prelievo di organi da donatore a cuore fermo, a Carpi è la prima volta
Per la prima volta a Carpi, in provincia di Modena, è stato effettuato un prelievo di organi da donatore a cuore fermo. Si tratta di una procedura che viene eseguita quando è accertata la morte cardiaca di un potenziale donatore, che in base alla legge italiana è certificata dopo 20 minuti di assenza di attività cardiaca. Con tecnica, la funzionalità degli organi viene assicurata grazie all’ECMO (l’assistenza cardiocircolatoria extracorporea), che viene attivata immediatamente dopo l’accertamento del decesso. Il prelievo di organi da donatore a cuore fermo è un intervento di alta complessità clinico-chirurgica che necessita, inevitabilmente, della collaborazione di diverse discipline, dalla terapia intensiva alla chirurgia dei trapianti, fino al laboratorio analisi e all’ingegneria clinica.
Come ha spiegato la dottoressa Elisabetta Bertellini, direttrice dell’Anestesia e Rianimazione dell’ospedale Civile di Baggiovara, “la procedura per giungere al prelievo e al trapianto di organi in questo particolare tipo di donazione è operativa qui da più di cinque anni dove sono state eseguite circa trenta interventi. In questo caso si è reso necessario spostare l’equipe dell’ospedale di Baggiovara all’ospedale di Carpi per permettere il prelievo degli organi senza dover trasferire il paziente nella terapia intensiva di un altro ospedale. Credo costituisca un’ulteriore conferma della continua e proficua collaborazione tra Azienda Ospedaliera e rete Provinciale e, nel caso specifico, tra Terapie Intensive.”
“È la prima volta che viene eseguito un prelievo di questo tipo a Carpi – sottolinea il dottor AlessandroPignatti, Direttore dell’Anestesia e Rianimazione dell’ospedale Ramazzini – e questo per noi è fonte di grande soddisfazione, soprattutto tenendo conto della situazione legata al Covid.
Nonostante la pressione epidemica sugli ospedali, l’attività di prelievo continua: ritengo sia un messaggio importante, per sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi della donazione, su cui noi lavoriamo e spendiamo energie e risorse”.
Tra gli organi che sono stati donati c’è stato il fegato, prelevato dall’equipe chirurgica del Niguarda di Milano, e i reni affidati a quella di Bologna: la procedura ha permesso anche la donazione delle cornee prelevate direttamente dai medici anestesisti rianimatori di Carpi.