Focus 04 Maggio 2020

Roma, dotto biliare riaperto grazie a due magneti
Intervento al Gemelli su un paziente già trapiantato

Due piccoli magneti. Questo lo strumento con cui l’equipe del policlinico Gemelli di Roma, coordinata dal professor Guido Costamagna, ha riaperto il dotto biliare di un paziente che già si era sottoposto a due trapianti di fegato. Un intervento già straordinario di per sé, ma reso ancor più importante dalla situazione di generale emergenza dovuta al Covid-19 che si sta vivendo nel nostro Paese.

Durante il trapianto di fegato, la via biliare del donatore viene suturata a quella del ricevente (la procedura si chiama anastomosi): la complicanza più frequente, oltre il 10% dei casi, riguarda proprio il restringimento di questa zona suturata che avviene per un eccesso di cicatrizzazione. I metodi endoscopici per superare la stenosi dell’anastomosi biliare non avevano dato i risultati sperati, così l’equipe ha deciso di procedere in quest’altra maniera innovativa. Nelle vie biliari, a monte e a valle della stenosi, sono stati posizionati due magneti: quello inferiore grazie a un intervento in endoscopia e quello superiore attraverso il fegato. Attraendosi, in circa due settimane, hanno favorito la ricanalizzazione, cioè la riapertura, del tratto biliare che era occluso, favorendo così l’inserzione di protesi di plastica multiple per mantenere aperto il canale.

Foto di gruppo dell’equipe che ha effettuato l’intervento

Tutto questo ha permesso di risolvere il problema evitando al paziente un ulteriore intervento chirurgico complesso e rischioso. Come riporta lo stesso policlinico Gemelli in una nota ufficiale, “si tratta del primo intervento di questo tipo eseguito con successo in Europa e America grazie a metodiche innovative, peraltro ai tempi di Covid-19″.

E su come l’emergenza abbia rivoluzionato l’attività anche nell’ospedale romano è intervenuto lo stesso professor Costamagna: “La pandemia ha determinato profondi mutamenti anche nell’attività clinica dell’Endoscopia Digestiva del Gemelli, struttura ad altissima specializzazione e centro di riferimento nazionale e internazionale, in grado di eseguire oltre 22.000 prestazioni all’anno. In questo periodo di emergenza sanitaria l’attività si è limitata alle urgenze e ai casi non procrastinabili, in particolare per i pazienti oncologici. Sono state allestite due sale endoscopiche, una qui e l’altra nel Columbus Covid 2 Hospital, esclusivamente dedicate a pazienti affetti da Coronavirus, trattati garantendo al massimo tutte le misure precauzionali sia di protezione individuale del personale, sia di sanificazione e disinfezione delle sale e delle strumentazioni”.