Focus 11 Marzo 2020

Trapianti, ecco perché la macchina non si ferma
Questa è la situazione nonostante il Coronavirus

Stop alle procedure rinviabili per dare la priorità ai casi di Coronavirus e ad altre urgenze. Compresi i trapianti. È come si sta organizzando il sistema trapiantologico italiano alla luce delle restrizioni per contenere il contagio da Covid-19.

L’emergenza sta rivoluzionando l’attività degli ospedali, anche se, come ha sottolineato il direttore del Centro nazionale Trapianti, Massimo Cardillo, “stiamo lavorando per evitare qualsiasi contraccolpo”. La domanda più frequente, in queste ore, riguarda proprio quei quasi 9mila pazienti in attesa di ricevere un organo: ci si può sottoporre al trapianto durante l’epidemia? Cardillo spiega: “Ovviamente occorrono cautele particolari per i pazienti già trapiantati o che devono effettuare interventi, ma su una cosa si può stare assolutamente tranquilli: la sicurezza degli organi non è a rischio per il Coronavirus”.

Già nei giorni scorsi, infatti, il Cnt aveva disposto una serie di misure di sicurezza per la prevenzione infettivologica nelle regioni italiane coinvolte dalle restrizioni, per poi allargarle in tutta la penisola. Così già da due settimane, nel momento in cui giunge una segnalazione dalla rianimazione di qualsiasi ospedale italiano, i potenziali donatori deceduti vengono sottoposti a un tampone rinofaringeo o al lavaggio broncoalveolare. Quest’ultima è una procedura che permette di individuare l’eventuale presenza del virus direttamente nelle basse vie respiratorie. In caso di positività a uno dei due esami, si procede anche alla ricerca degli anticorpi direttamente nel siero.

Le precauzioni al momento vengono adottate anche nei casi di donatori viventi di organi come rene, fegato (in parte), tessuti e cellule staminali emopoietiche: anche in questi casi, la positività escluderebbe automaticamente dalla donazione. L’unica eccezione nel protocollo è prevista per i pazienti oncologici colpiti da una leucemia, da un linfoma o da un mieloma.

La situazione di emergenza comporta una richiesta di maggiore attenzione anche ai trapiantati stessi, soprattutto alla luce dei rischi che comporta la terapia immunosoppressiva a cui si devono sottoporre. Per loro le possibilità di contagio sono inevitabilmente più alte. Per questo il Cnt raccomanda di evitare luoghi di grande assembramento di persone e di utilizzare dispositivi di protezione individuale come le mascherine. Secondo Cardillo, in questa fase i pazienti trapiantati di tutta Italia (recenti e non) dovrebbero “limitare le visite domiciliari ed evitare il contatto con parenti e amici con sintomi respiratori o provenienti dalle aree più colpite dall’epidemia”.

LEGGI il testo della circolare aggiornata del Cnt