Focus 04 Maggio 2022

Trapianto di fegato a Pisa da una donatrice a cuore fermo ultraottantenne

L’età avanzata non rappresenta più un limite alla donazione di organi a cuore fermo, così come non lo è la presenza di pluripatologie, in vita, del donatore stesso. La prova arriva con l’intervento effettuato nei giorni scorsi a Pisa, dove una paziente di 64 anni ha ricevuto un nuovo fegato da una donatrice a cuore fermo ultraottantenne. La donna, pur soffrendo di diverse malattie, aveva fornito il consenso alla donazione al momento del rinnovo della carta d’identità, volontà poi rispettata con il sostegno dei familiari, consapevoli di esaudire in questo modo il suo desiderio. 

Il trapianto è stato effettuato con la procedura denominata Maastricht 3 (donazione di fegato da donatore a cuore fermo di tipo controllato), un programma iniziato a Pisa nel dicembre 2020 e che finora conta 14 casi effettuati con successo. Questa metodica, previo consenso dei familiari o se in presenza di un’autorizzazione già espressa in vita dal defunto, scatta ogni qualvolta ci siano condizioni cliniche irreversibili, senza prospettive ragionevoli di recupero, che consentono – una volta sopraggiunto l’arresto cardiaco e trascorso il tempo necessario previsto per la certificazione di morte – la perfusione degli organi da prelevare e trapiantare con il macchinario per la circolazione extracorporea (Ecmo).

In questo caso, trascorse le ore prestabilite dai protocolli nazionali, è stato possibile utilizzare il fegato della donatrice a cuore fermo ultraottantenne risultato idoneo e quindi trapiantato con successo nella paziente in lista di attesa. L’intervento ha coinvolto, oltre al Coordinamento aziendale donazione organi e tessuti, in collaborazione con Craot-Centro regionale allocazione organi e tessuti dell’Ott-Organizzazione toscana trapianti, il personale dell’unità operativa di Anestesia e rianimazione del pronto soccorso e dell’Anestesia e rianimazione trapianti, il team Ecmo dell’Anestesia e rianimazione cardiotoracicovascolare, i tecnici di fisiopatologia cardiocircolatoria, la Chirurgia epatica e del trapianto di fegato, le varie strutture del Dipartimento di Medicina di laboratorio coinvolte nel sistema trapianti, la Radiodiagnostica di pronto soccorso oltre allo staff infermieristico e Oss dei blocchi operatori degli edifici 31, 10 e 6. 

Ad un esame più accurato della donatrice non è stato possibile trapiantare anche i reni, altrimenti, come in altri casi, sarebbe stata coinvolta nella maratona donativo-trapiantologica anche l’èquipe della Chirurgia generale e dei trapianti (per rene/pancreas).