Focus 22 Aprile 2021

Trapianto di fegato salva la vita a una donna. Otto le strutture ospedaliere coinvolte e tre diverse regioni

Era affetta da una malattia ematologica rara causa di una cirrosi epatica, con conseguente carcinoma del fegato. Il trapianto le ha salvato la vita. È la storia che arriva dall’ISMETT di Palermo e che, raccontata così, potrebbe sembrare come uno dei “normali” interventi che quotidianamente consentono a decine di pazienti di superare le patologie e di avere nuova speranza. Ma nel caso di questa donna, la macchina organizzativa che è stata attivata ha avuto dell’incredibile.

Sono state otto le strutture ospedaliere coinvolte e tre differenti regioni: il reparto di Ematologia dell’ospedale Cervello, quattro Banche del Sangue (Centro Trasfusionale di Cefalù, Ospedale Civico, Ospedale Maggiore di Ragusa, Banca del Sangue Raro di Milano), la rianimazione del Policlinico di Bari dove è avvenuto il prelievo e, appunto, l’ISMETT di Palermo dove è stato eseguito il trapianto. Un vero e proprio circuito di sinergia e collaborazione ancora più straordinario in periodo pandemico.

Fin dalla nascita la donna era affetta da una patologia rara del sangue che la costringeva a ripetute e frequenti sedute di eritroexchange, una procedura che consiste nella rimozione, mediante un apparecchio denominato separatore cellulare, dei globuli rossi malati che vengono sostituiti con globuli rossi di un donatore. A causa della frequenza con cui è stata sottoposta a questa terapia, la donna aveva sviluppato degli anticorpi resistenti che prevedono, per la stessa, la possibilità di ricevere un solo ed unico tipo di sangueUn evento molto raro che rende il trapianto ancora più difficile e complicato. Come ha spiegato il Direttore del Dipartimento per la Cura e lo Studio delle Patologie Addominali e dei Trapianti di ISMETT, il professor Salvatore Giuffrida, “la paziente è stata sottoposta a trapianto di fegato alcune settimane fa grazie a una donazione di organi che si è resa disponibile al Policlinico di Bari. Le sue attuali condizioni sono buone ed ha già potuto lasciare l’ospedale e tornare a casa”.  Una donazione ancora più straordinaria perché effettuata, come avvenuto già nei mesi scorsi, da un donatore Covid positivo. Il prelievo di organi salvavita come il fegato, provenienti da donatori deceduti positivi al Covid-19, è possibile quando gli stessi vengono poi trapiantati in riceventi selezionati Sars-CoV-2 positivi, o con pregressa infezione Covid-19 poi superata, come nel caso della paziente di ISMETT.

Per permettere di svolgere in sicurezza il trapianto è stata, dunque, messa in atto una particolare procedura che ha previsto il coinvolgimento delle Banche del Sangue, dell’ISMETT e del reparto di Ematologia dell’ospedale Cervello. Una procedura che per funzionare deve seguire una sincronia perfetta. “La preparazione per eseguire questo tipo di intervento è durata alcuni mesi – sottolinea il dottor Gaetano Burgio anestesista dell’ISMETT – Si è trattato di un esempio virtuoso di collaborazione, secondo le specifiche professionalità di ognuno, che ha permesso di raggiungere un difficile traguardo”.

La donna era stata trasferita all’ISMETT dopo essersi sottoposta a un ciclo di eritroexchange all’ospedale Cervello. Parallelamente, nella Banca del sangue di Cefalù, è iniziato lo scongelamento delle sacche di sangue precedentemente raccolto a Ragusa, una delle due Banche del sangue dei gruppi sanguigni rari presenti in Italia, assieme a quella di Milano.