Trapianto di fegato, si chiude la due giorni di Epateam al Ciocco (Lucca)
Cosa ci consegna la due giorni di Epateam al Ciocco, in provincia di Lucca? Un dato senza dubbio incontrovertibile: il sistema trapiantologico italiano è solido e, al di là delle difficoltà che può aver creato il Covid, a differenza di quanto avvenuto in altri Paesi europei, è riuscito a contenere l’emergenza garantendo interventi e assistenza ai pazienti. È un bilancio positivo quello che si può tracciare al termine di “Incontri faccia a faccia sul trapianto di fegato: opinioni a confronto”, il convegno in cui si sono alternate le relazioni di alcuni tra i maggiori esperti italiani in questo ambito.
Dopo gli spunti emersi nella prima giornata, l’appuntamento di sabato è servito, oltre che per tirare le fila dei lavori, anche per approfondire ulteriori temi riguardanti tecniche e nuove strategie chirurgiche. La prima parte della mattinata, infatti, è stata caratterizzata da una lunga tavola rotonda nel corso della quale c’è stato modo di approfondire l’utilizzo dell’albumina o il ruolo delle immunoglobuline nel trapianto. Ma non solo. Dopo il valore etico della donazione ricordato nel pomeriggio di venerdì, sabato è stata affrontata la donazione di organi a cuore fermo, cercando di analizzare i pro e i contro di questa procedura. Parlando poi di nuove strategie terapeutiche a favore dei pazienti, un focus importante è stato quello riguardante la robotica, sempre più diffusa nel nostro Paese e non solo, con centri di riferimento di eccellenza come il Policlinico di Modena, e il tema del trapianto epatico per metastasi da colon retto/neuroendocrino.
Come ha sottolineato a margine della chiusura dei lavori il dottor Stefano Fagiuoli, responsabile scientifico del convegno, “il bilancio che possiamo tracciare dopo questa due giorni di dibattiti è assolutamente positivo. Al di là del desiderio di ciascuno di noi di potersi incontrare di persona, confrontarsi e discutere su tematiche così importanti e attuali è stato propedeutico al lavoro di ogni specialista presente qui”. Fagiuoli si è poi focalizzato sull’opportunità che questo incontro ha generato anche verso i pazienti: “Sono emerse novità ed esigenze da approfondire non solo in merito alla gestione delle persone che si rivolgono alle strutture sanitarie, ma nella relazione e nella comunicazione tra i centri trapianti. La ricerca prosegue – conclude – e nonostante le difficoltà che il Covid ha generato nel Paese, le prospettive di cura sono molteplici e questa due giorni di confronti e approfondimenti lo ha confermato ancora una volta”.