Focus 27 Febbraio 2020

Tumore al fegato come conseguenza dell’obesità
Ecco la proteina che darebbe la diagnosi precoce

Si chiama S100A11 ed è la proteina che impedirebbe all’obesità di portare alla formazione del tumore al fegato. Sarebbe questo il risultato di uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Ginevra.

Questa proteina è infatti coinvolta nel processo che porta il fegato grasso a degenerare in tumore, in quanto l’obesità è un fattore di rischio riconosciuto per il carcinoma epatico. La S100A11 avrebbe un ruolo determinante non solo per una diagnosi precoce, ma soprattutto per lo sviluppo di nuove forme di terapia.

In base alla ricerca, che è poi stata pubblicata sulla rivista Gut, è stata individuata una rete di proteine che subiscono modifiche senza alterazioni genetiche. Una situazione che crea le condizioni favorevoli allo sviluppo del tumore. Tra queste proteine gli scienziati hanno scovato appunto la S100A11 che stimola l’infiammazione e la crescita del tessuto fibroso nel fegato: dalla successiva analisi è emerso che la gravità del tumore è direttamente proporzionale all’alta espressione della proteina stessa.

L’importanza di questa scoperta ricadrebbe proprio nella possibilità di nuove terapie, come l’individuazione di anticorpi specifici che possano bloccare la proteina e i suoi effetti cancerogeni. In particolare vista l’iniziale asintomaticità del epatocarcinoma che, molto spesso, quando viene diagnosticato si trova già in uno stadio avanzato. La possibilità potrebbe essere quella di analizzare i livelli di S100A11 nel sangue.

Chissà che non sia l’inizio di un percorso che possa evitare lo sviluppo di questa forma tumorale nelle persone in forte sovrappeso.

LEGGI la notizia sulla riduzione di grasso grazie a Resmetirom