Focus 23 Dicembre 2020

Tumori del fegato, in Italia 13mila nuovi casi nel 2020. Il 70% è provocato dai virus dell’epatite

Ammontano a 13mila i nuovi casi di tumori del fegato diagnosticati in Italia nel corso del 2020. Di questi 9.100 sono stati provocati dai virus dell’epatite B e dell’epatite C, gli altri da patologie epatiche. Sono solo alcuni dati emersi nel corso dell’evento organizzato nei giorni scorsi dall’Associazione EpaC Onlus e che è servito per fare il punto sull’attuale situazione nel nostro Paese.

Alcol e cattive abitudini alimentari, nell’anno caratterizzato dall’emergenza Covid-19, per molte persone hanno rappresentato una valvola di sfogo attraverso cui consolarsi dalle difficoltà affrontate nel corso dei mesi: fattori che si accompagnano ai virus sopra citati che sono causa del 70% dei nuovi casi diagnosticati. In particolare nelle regioni del Nord Italia l’abuso di alcol è alla base di un terzo degli epatocarcinomi che si sviluppano nei pazienti. Il tumore del fegato, infatti, si presenta in quasi tutti gli episodi nel corso della cirrosi epatica, una forma che generalmente è legata a un consumo eccessivo di bevande alcoliche. Sono oltre 450mila le persone che, in Italia, ne sono colpite di cui, circa il 3%, è destinato a sviluppare il tumore.

Come forma quella al fegato si conferma estremamente aggressiva, con il solo 20% dei pazienti che sopravvive a cinque anni dalla diagnosi. Al momento la radioterapia viene utilizzata molto di rado, lasciando spazio all’intervento chirurgico come terapia primaria: il trapianto, infatti, rappresenta il trattamento migliore in quanto riesce ad affrontare e risolvere anche il problema della cirrosi. Nel nostro Paese 33.800 persone convivono con questa diagnosi, di cui 25.300 sono uomini e 8.500 donne.

Come ha spiegato il presidente di EpaC Onlus, Ivan Gardini, “i dati sono in leggero aumento rispetto agli anni passati. Per quel che ci riguarda facciamo il possibile per andare incontro alle esigenze dei pazienti e crediamo che sia necessario un team multidisciplinare che consenta di gestire al meglio la malattia. Dagli epatologi ai chirurghi, passando per oncologi e radiologi, ogni professionalità può fornire esperienza e contributo per curare una forma tumorale ancora davvero tanto complessa”.

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