Focus 03 Febbraio 2020

Tumori, in Italia più pazienti in vita dopo la diagnosi
I numeri nella Giornata mondiale contro il cancro

Quasi 3 milioni e mezzo di pazienti in Italia vivono dopo la diagnosi di tumore. Un aumento del 53% negli ultimi 10 anni. La Giornata mondiale contro il cancro, che ci celebra ogni anno il 4 febbraio, si apre con un dato che dimostra gli importanti passi in avanti compiuti in termini di assistenza e prevenzione onclologica.

Passi avanti che fanno del nostro Paese un’eccellenza non solo in Europa, ma anche nel resto del mondo. Sono state 371mila le diagnosi effettuate lo scorso anno, ben 2mila in meno rispetto al 2018, un risultato a cui ha contribuito l’efficacia dello screening del tumore del colon retto, che permette di individuare lesioni a rischio prima della loro trasformazione in neoplasia. Tuttavia, la situazione, seppur incoraggiante, è certamente migliorabile, soprattutto per le differenze che ancora permangono sul nostro territorio: tra le adesioni agli screening e la realizzazione di reti oncologiche regionali che, in alcune zone del Sud, sono ancora tutt’altro che omogenee, sono poche le regioni, per così dire, virtuose, in cui è possibile garantire terapie e test efficaci per una determinata forma tumorale. Una discrepanza pericolosa soprattutto per i pazienti.

Un discorso a parte va fatto per l’epatocarcinoma. Il tumore del fegato, in base ai dati dell’Aiom (l’Associazione italiana di oncologia medica), nel corso degli ultimi cinque anni ha visto un aumento dei casi pari al 21%, in particolare tra le donne: 3.800 nel 2014, 4.600 nel 2019. Anche qui c’è una differenza sostanziale tra Nord e Sud. Nel primo caso come causa principale viene indicato il consumo di alcool, a differenza del meridione dove invece le origini andrebbero ricercate in condizioni igieniche non ottimali che, a lungo andare, predispongono i soggetti al contagio del virus dell’epatite B o C. Negli uomini l’incidenza cresce rapidamente con l’età: si passa da 3 per 100.000 casi sotto i 45 anni, a 32 per 100.000 nelle persone con età compresa tra 60 e 64 anni, fino a 62 per 100.000 oltre i 75 anni. Sono invece più frequenti i tumori secondari, ovvero le metastasi che colonizzano il fegato provenendo da altri organi. Il fegato, infatti, proprio per la sua funzione di filtro dell’organismo, riceve il sangue da quasi tutti i distretti corporei e quindi è facilmente sede di metastasi di altri tumori che trovano in questo organo un “luogo” favorevole al loro sviluppo.

VIDEO. Guarda il video realizzato dalla UICC

Per celebrare i 20 anni del World Cancer Day, la UICC (Union for International Cancer Control), sotto il claim “I am and I will” (Io sono e io sarò), ha realizzato un video volto a spiegare come però il progresso sia possibile e come, proprio grazie alla ricerca, oggi si possa intervenire su determinate forme e garantire maggiori aspettative di vita a molte persone, più o meno giovani.

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