Un programma per analizzare le abitudini alimentari dei bambini italiani
Un questionario distribuito dai pediatri alle famiglie per monitorare le abitudini alimentari dei bambini italiani. Stiamo parlando di ONOI, l’Osservatorio dell’obesità infantile in Italia. In base all’ultimo rapporto OKkio alla Salute del ministero della Salute, in nostro è uno dei Paesi europei in cui questa condizione registra il tasso più alto: su un campione di 50mila alunni di terza elementare, infatti, il 20,4% è in sovrappeso e il 9,4% è obeso. Anche l’OMS si è espressa su questo fenomeno considerandolo uno dei principali problemi di salute pubblica nel mondo, non solo tra i bambini, ma anche tra i giovani.
Proprio per fornire un quadro più chiaro e aggiornato di questa condizione in Italia, FIMP – Federazione Italiana Medici Pediatri, la Clinica Pediatrica, Endocrinologia, IRCCS Istituto Giannina Gaslini e l’Università degli Studi di Genova hanno sviluppato, con Helpcode Italia, ONOI – l’Osservatorio dell’Obesità Infantile in Italia, un questionario che ha l’obiettivo di descrivere e analizzare lo stato nutrizionale dei più piccoli. La modalità è semplice: nel corso del 2022, i genitori dovranno compilare il modulo online in cui si indicano le abitudini alimentari dei bambini, nonché i loro stili di vita (tra cui il consumo della prima colazione, gli alimenti privilegiati e il tempo dedicato all’attività fisica), contribuendo a sviluppare una ricerca sulla relazione tra i due aspetti.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’obesità ha un impatto negativo sullo stato di salute generale della popolazione sia in età giovanile che in età adulta. Inoltre, diversi studi hanno evidenziato che l’obesità aumenta anche il rischio di complicanze e morte in persone affette da Covid-19 e quindi può giocare un ruolo negli sviluppi delle patologie infettive. In molti casi, è associata a disuguaglianze socio-economiche e riguarda in maggior misura le classi sociali più svantaggiate, particolarmente vulnerabili alle influenze dell’ambiente e tendenti a stili di vita meno salutari.
“I numeri della malnutrizione infantile in Italia sono allarmanti. Dall’ultimo report sulla malnutrizione infantile condotto da Helpcode, emerge che un terzo dei bambini italiani nella fascia d’età 6-9 anni è obeso o in sovrappeso, per un totale di circa 100mila bambini, con una netta prevalenza dei maschi (21%) sulle femmine (14%), un problema sanitario dagli enormi costi sociali ed economici – spiega Giorgio Zagami, presidente di Helpcode Italia – L’obiettivo è quello di raccogliere circa 50mila questionari, utili a delineare la situazione dell’obesità e del sovrappeso in età infantile e di indagare le eventuali correlazioni con gli stili di vita”.
“Questo progetto – aggiunge Giuseppe Di Mauro, Segretario Nazionale alle Attività Scientifiche ed Etiche della FIMP – consentirà di avere informazioni preziose per mettere in atto una prevenzione più mirata dell’obesità infantile. Avremo anche la possibilità di conoscere quanto la dieta mediterranea sia seguita dai bambini italiani e quali siano le loro più frequenti cattive abitudini”.
“La correzione dei comportamenti errati, attraverso programmi educativi innovativi da parte del pediatra di famiglia, potrà rappresentare la strategia vincente non solo per la riduzione dell’obesità infantile, ma anche per la prevenzione di malattie croniche dell’età adulta” sottolinea Antonio D’Avino, presidente FIMP.
“Lo studio insieme a FIMP e Helpcode – prosegue Mohamad Maghnie, direttore della Clinica Pediatrica IRCCS Istituto Giannina Gaslini, Università di Genova – permetterà di analizzare i dati sulle abitudini alimentari e dell’indice di massa corporea (BMI) di un’ampia coorte di bambini e adolescenti in un periodo particolarmente critico come quello della pandemia. In particolare, dati recenti dimostrano una variazione del BMI che si è verificata tra i bambini americani di età compresa tra i 5 e gli 11 anni (con un aumento di 1,57,) rispetto a (0,91 tra i) giovani di età compresa tra 12 e 15 anni e (0,48 rispetto) a quelli di età 16-17 anni. Questi risultati, se generalizzabili, suggeriscono un aumento dell’obesità pediatrica a causa della pandemia. Allo stesso modo abbiamo osservato nel nostro Paese, durante il Covid, modifiche dello stile di vita e delle abitudini alimentari, la riduzione dell’attività sportiva, un maggiore tempo speso di fronte a TV, smartphone e cambiamenti delle ore/ritmo del sonno e della povertà”.