Visite per patologie epatiche annullate, gli effetti del Covid
I pazienti con patologie epatiche avanzate si sono visti cancellare le visite in programma. Gli effetti del Covid si fanno sentire anche qui e lo conferma un sondaggio effettuato dal British Liver Trust, un’organizzazione di beneficenza nel Regno Unito che si concentra sulla salute del fegato.
Su 121 pazienti con malattie del fegato in stadio avanzato, il 54,6% si è visto annullare la procedura. Un’ampia varietà è stata ritardata o cancellata, da scansioni di routine, controlli, esami del sangue, a esami come biopsie epatiche e trattamenti contro il cancro. Per alcuni pazienti, i ritardi e le cancellazioni hanno portato a un peggioramento delle condizioni. Le malattie del fegato rappresentano un’emergenza di salute pubblica, soprattutto in virtù dei pochissimi sintomi che, nelle prime fasi, possono far pensare a una malattia del fegato: la pandemia ha portato a diagnosticare le persone in fase avanzata, quando cioè è troppo tardi per valutare un determinato trattamento.
Le cancellazioni e i ritardi delle procedure sono stati causati da numerosi fattori, tra cui una ridistribuzione di infermieri e medici in altri reparti (una situazione che ha riguardato anche tanti ospedali italiani) e un numero inferiore di fegati di donatori disponibili per il trapianto.
Attualmente nel Regno Unito c’è un’enorme attenzione sui malati di cancro, ma occorre garantire che altre malattie come le patologie epatiche non vengano dimenticate. Il sondaggio ha anche rilevato che il 51% dei pazienti con malattia del fegato avanzata potrebbe aver bisogno di un trapianto in futuro. La metà degli intervistati ha poi affermato di doversi assentare dal lavoro per appuntamenti ospedalieri per il fegato e il 40% ha affermato di dover viaggiare per più di 25 miglia fino al proprio centro di riferimento per le visite di routine.