La chirurgia per persone obese guarisce il fegato
L’intervento riattiva le funzioni metaboliche
La chirurgia bariatrica applicata ai giovani affetti da obesità importante ha effetti positivi – il termine utilizzato è guarigione – anche sul fegato grasso.
A riportare la conclusione è lo studio apparso sulle pagine del Journal of Pediatrics.
La procedura dedicata alla riduzione della stomaco oltre a produrre un più che sensibile calo ponderale riesce a riattivare le normali funzioni metaboliche del fegato grazie al meccanismo svolto da 2 ormoni specifici.
A condurre questo percorso hanno contribuito le Unità Operative di Malattie Epatometaboliche e Chirurgia Pediatrica dell’Ospedale Bambin Gesù di Roma in stretta collaborazione con il Dipartimento di Anatomia e Istologia dell’Università La Sapienza.
La Steatosi epatica non alcolica (identificata tramite l’acronimo NAFLD) in età pediatrica oscilla tra il 5 e il 15% della popolazione generale; raggiungendo il 30-40% nei bambini e ragazzi fortemente obesi.
Se non trattata in modo appropriato può evolvere in un’infiammazione cronica del fegato chiamata Steatoepatite non alcolica, in fibrosi epatica e tumore.
Lo studio riportato dal Journal of Pediatrics chiarisce come il fegato dei giovanissimi sottoposti all’intervento, in contemporanea all’evidente decrescita del peso (fino a 50 chilogrammi in un solo anno), recuperi le sue funzioni metaboliche dietro la rinnovata ‘spinta’ dell’adiponectina e della resistina.
Ormoni che nei pazienti bariatrici vengono entrambi ‘inibiti’ nel loro processo fisiologico, dando luogo all’infiammazione del tessuto epatico e causando un’insulino-resistenza precursore del diabete di tipo 2.
(Fonte: Ansa.it – Salute & Benessere)