News 06 Novembre 2018

Francesca Donato, l’uso idoneo del tè verde
perché non si ripeta un altro caso Jim McCants

La storia di Jim McCants

Jim che fino a 59 anni ha goduto di ottima salute, non beveva vino né superalcolici e non abusava di farmaci ma da quasi 10 anni assumeva regolarmente integratori alimentari a base di tè verde per restare in forma. Improvvisamente, Jim, in pieno benessere, ha sviluppato un colorito giallo degli occhi e della pelle (ittero sclero-cutaneo). Ricoverato d’urgenza in ospedale per accertamenti e cure, i medici gli diagnosticano una grave insufficienza epatica riconducibile al massiccio uso di integratori a base di tè verde nel tempo. Sfortunatamente, il danno epatico di Jim appare non curabile con terapie mediche e viene quindi giudicato dai medici di tipo “irreversibile”. Non resta che candidare il paziente al trapianto di fegato, unico intervento che potrà salvargli la vita. Dopo tale intervento, Jim dovrà assumere i farmaci immunosoppressori anti-rigetto e dovrà sottoporsi tutta la vita a visite mediche ed esami per controllare la funzione  del suo nuovo fegato.

Catechine: un’insidia potenzialmente letale

Analizzando la composizione del tè verde, le catechine appaiono la componente più significativa   ed in particolare emerge che la Epigallocatechina-3-gallato (EGCG) è il più abbondante antiossidante contenuto nel tè. Recenti studi dimostrano come livelli alti di EGCG possano seriamente danneggiare il fegato e se da un lato il consumo della bevanda è generalmente sicuro, diverso appare  l’utilizzo di integratori in forma solida  ontenenti tè verde, in cui la concentrazione di catechine/ EGCG è decisamente maggiore.

Leggi l’articolo sulla storia di Jim McCants pubblicato da Epateam.org

Commento

“Il tè verde possiede proprietà benefiche per la salute ma se utilizzato in grosse quantità può causare eventi avversi anche gravi; in particolare è stato riportato che può indurre un incremento delle transaminasi anche se nella maggior parte dei casi si tratta un’alterazione transitoria e di lieve entità. Da una revisione sistematica di 159 studi clinico-tossicologici sul tè verde che analizzava un’ampia gamma di preparazioni disponibili è emerso che il fegato rappresenta l’organo bersaglio del EGCG e che l’effetto tossico si correla sia con la concentrazione di catechina ed EGCG che con le modalità di somministrazione del preparato. L’assunzione del prodotto può avvenire in bolo (1 capsula di integratore concentrato) oppure frazionato in più volte al giorno ed il preparato assunto   a digiuno oppure durante il pasto. È stato dimostrato che il danno epatico si sviluppa in maniera dose dipendente ma solo quando la dose è somministrata “in bolo” mentre qualora venga consumata tramite infusi o bevande a base di tè verde e/o in associazione al cibo non risulta essere epatotossica. Questo dato emerge dai 38 sui 159 studi (24%) che riportano la presenza di eventi avversi causati dal tè verde ed i suoi componenti, laddove il 5%  dei soggetti sviluppava un lieve movimento dei tests epatici e lo 0.6% degli individui manifestava tossicità epatica grave ma ciò avveniva solo nel gruppo che assumeva integratori in capsule. Come stabilito in studi clinico-tossicologici, su popolazione sana, il limite massimo di sicurezza sembra essere il dosaggio giornaliero di 338 mg di catechine/EGCG. Da sottolineare ancora una volta invece che le formulazioni in bolo (integratori in capsule) possono contenere fino a 1500 mg catechine/die. 

I meccanismi d’azione responsabili dell’epatotossicità del tè verde sono molteplici ed alcuni studi ipotizzano che lo stress ossidativo, il polimorfismo genetico, il pre-esistente stato di salute dell’individuo e l’assunzione di farmaci concomitanti possa danneggiare l’integrità della membrana del mitocondrio predisponendo alcuni individui al danno epatotossico.

La tossicità delle catechine/EGCG include peraltro un largo spettro di eventi avversi come riduzione del perso corporeo (spesso lo scopo dell’assunzione del tè verde in grosse quantità), disturbi gastrointestinali, tossicità epatica da lieve (movimento delle transaminasi) fino alla necrosi acuta di tutte le cellule epatiche (epatite fulminante= danno irreversibile). Da sottolineare che anche altri organi possono essere intaccati come il cuore (miocardio e pericardio), il pancreas, i reni, l’olfatto e la tiroide”. 

Raccomandazioni

“Possiamo affermare che la composizione del tè verde in un ampio range di preparazioni acquose ed infusi tradizionali può considerarsi sicura.  Al contrario, in presenza di estratti concentrati (elevati livelli di  costituenti EGCG) sotto forma di capsule è necessario verificare  i dosaggi dei singoli costituenti che prudenzialmente  per i soggetti sani  non deve superare 300 mg EGCG/die (a digiuno o a stomaco pieno). Il livello di EGCG dose equivalente, a digiuno o a stomaco pieno, può raggiungere anche 700 mg/die per preparazioni di tè verde consumate in forma di bevanda”.

Professoressa Maria Francesca Donato

Fondazione IRCCS Ca’ Granda, Ospedale Maggiore Policlinico a Milano.

Referenze

Hu et al .The safety of green tea and green tea extract consumption in adults – Results of a systematic review.  Regulatory Toxicology and Pharmacology 95 (2018) 412–433