News 09 Gennaio 2019

Svelata la sostanza contenuta nell’olio d’oliva
che ‘combatte’ la Steatosi epatica dei bambini

La notizia arriva a seguito dello studio condotto dai medici e ricercatori dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma e pubblicato sulla rivista scientifica, la principale del settore, “Antioxidant and Redox Signaling”.

L’idrossitirosolo è in grado di migliorare lo stresso ossidativo, l’insulino resistenza e la Steatosi epatica nei bambini obesi affetti da questo ‘disturbo’.

“L’aumento di sovrappeso ed obesità infantili nei Paesi industrializzati – spiegano gli esperti del Centro capitolino – ha portato al parallelo aumento dei casi di ‘fegato grasso’ (Steatosi epatica non alcolica o NAFLD). E negli ultimi 20 anni – proprio la Steatosi ha raggiunto livelli epidemici anche nei giovanissimi diventando la patologia cronica del fegato a maggiore frequenza nel mondo occidentale”.

L’Italia non è immune dal fenomeno. Nel nostro Paese, dati alla mano, la Steatosi epatica non alcolica colpisce quasi il 15% dei bambini, toccando punte dell’80% nei piccoli con obesità.

Lo studio promosso dall’Ospedale Bambino Gesù, in collaborazione con il Dipartimento di Chimica Biologia e Farmacologia dell’Università di Messina, è il primo ‘trial’ pediatrico con l’idrossitirosolo (un fenolo dell’olio d’oliva) di cui si conosce l’elevato potere antiossidante.

“Si tratta di prodotti naturali – dice Valerio Nobili, Responsabile di Epatologia, Gastroenterologia e Nutrizione del Bambino Gesù – che possono essere integrati nella dieta dei bambini obesi per combattere le complicanze dell’obesità come lo stress ossidativo (l’invecchiamento cellulare, il danno delle pareti arteriose e venose), l’insulino resistenza e la Steatosi epatica”.

I CRITERI DELLO STUDIO

Lo studio si è concentrato su 80 bambini obesi e con fegato grasso, suddivisivi in 2 gruppi da 40. Al primo gruppo è stato somministrato l’idrossitirosolo (in dosi da 7 mg al giorno); al secondo gruppo un placebo. Dopo 4 mesi, senza alcuna modifica del regime dietetico, nel gruppo trattato con il fenolo dell’olio d’oliva si è riscontrato il miglioramento dei parametri riferiti allo stesso ossidativo (in 3 bambini su 4); dell’insulino resistenza e della Steatosi epatica, risolta nel 60% del campione.

“La ricerca – spiega Nobili – ha evidenziato le ottime capacità antiossidanti e antisteatosiche dell’idrossitirosolo. Sostanza che se usata nei dosaggi testati, riduce l’insulino resistenza (anticamera del diabete di tipo II) senza provocare aumenti di peso rispetto all’olio d’oliva ‘intero’ molto calorico”.

Consumato in perle, l’idrossitirosolo non presenta problemi al palato o effetti collaterali indesiderati.

(Fonte: AdnKronos Salute)