Trapianti di fegato da donatori malati di epatite C. Uno studio dimostra che sarebbe possibile
Utilizzare per i trapianti il fegato dei pazienti malati di epatite C è possibile. O quantomeno è quello che ha dimostrato uno studio condotto dai ricercatori dell’università di Cincinnati, nell’Ohio, e pubblicato sulla rivista Liver Transplantation.
Un risultato che, se confermato da ulteriori indagini, potrebbe ampliare le disponibilità di organi e ridurre così i tempi di attesa per chi è in lista aspettando l’intervento. Sono stati 64 i pazienti coinvolti nello studio, divisi in due gruppi da 32: un gruppo si è sottoposto a trapianti di fegato da donatori che avevano l’epatite, l’altro gruppo da donatori negativi. Le terapie a base di antivirali di ultima generazione sono state somministrate, in media, circa 47 giorni dopo l’intervento ai soggetti del primo gruppo, in modo da evitare complicazioni. Coloro che hanno ricevuto un fegato positivo all’HCV avevano un’età media di 60 anni, mentre gli altri 57: circa di vent’anni più giovani i donatori da cui sono stati prelevati gli organi.
Tutti i pazienti che hanno ricevuto il fegato con infezione sono poi guariti dal virus: una notizia che apre nuovi scenari e nuove possibilità per tante persone.