News 16 Luglio 2019

Chirurgia oncologica, al Policlinico Federico II
tre supertecnologie contro i tumori del fegato

Tris di nuove tecnologie, dedicate al trattamento dei tumori del fegato, al Policlinico Federico II (Napoli).

Si tratta della pianificazione tridimensionale dell’intervento chirurgico; della valutazione circa la funzionalità epatica nel fegato colpito da cirrosi; della chirurgia laparoscopica guidata alla fluorescenza (verde indocianina).

Le tre tecnologie fanno parte delle recenti acquisizioni in capo al Dipartimento di Gastroenterologia, Endocrinologia e Chirurgia Endoscopica, diretto da Giovanni Domenico De Palma, seguendo l’approccio dell’Health Technology Assessment che valuta l’impatto delle innovazioni nell’ambito ospedaliero sulla base di analisi multidisciplinari e multidimensionali, applicato dall’ingegneria clinica aziendale.

Allo stato attuale, l’AOU Federico II di Napoli è l’unico Centro ad adottare tutte e tre le tecnologie nella pianificazione ed esecuzione degli interventi in chirurgia epatica.

L’investimento – pari a 250.000 euro – è stato voluto per rendere più sicura la chirurgia oncologica e favorire/facilitare l’operato del chirurgo specie nei casi d’approccio mininvasivo.

“Importate e trasferite all’AOU Federico II dall’équipe chirurgica epato-bilio-pancreatica e mininvasiva – dice De Palma – da qui in avanti troveranno applicazione nei trattamenti dei pazienti con tumori primitivi e secondari a livello del fegato”.

IN COSA CONSISTONO LE NUOVE TECNOLOGIE ADOTTATE DAL FEDERICO II

La ricostruzione tridimensionale virtuale del fegato, permette di valutare in fase pre-chirurgica i rapporti tra i ‘noduli maligni’ (noduli tumorali) e le strutture vascolari-biliari. Consente altresì di stampare modelli in 3D da impiegare nel corso dell’intervento quale base di partenza delle resezioni mininvasive grazie alla realtà aumentata.

La fluorescenza evidenzia tempestivamente tutti i vari tipi di tumore del fegato (vedi Epatocarcinomi, metastasi, tumori delle vie biliari) sia durante la chirurgia laparoscopica/robotica sia tradizionale (detta “a cielo aperto”).

In assenza di controindicazioni, il verde indocianina viene iniettato al paziente pochi giorni prima della sala operatoria. La sostanza viene ‘inglobata’ in maniera selettiva dai tumori epatici e da qui, grazie alla fluorescenza naturale, li rende visibili a speciali dispositivi ad infrarossi.

Il verde indocianina è altresì utilizzato per la valutazione delle riserve funzionali nei casi di grandi resezioni epatiche ed in soggetti con fegati con alterazioni strutturali.

(Fonte: ilmattino.it)