Epatite da farmaco

Cos’è

L’epatite farmaco-indotta è una condizione clinica abbastanza diffusa che dipende dal fatto che il fegato è il principale laboratorio del nostro organismo. Si conoscono oltre 500 farmaci o sostanze medicinali (non dimentichiamo i prodotti di erboristeria, piante o funghi, integratori alimentari, nonché le droghe) in grado di provocare un aumento – con o senza sintomi – degli enzimi epatici. Di fatto si tratta di una intossicazione del fegato che può risultare da una sensibilità individuale verso una certa sostanza chimica ovvero da una dose eccessiva di una sostanza chimica, come pure dall’introduzione nell’organismo di sostanze chimiche di per sé tossiche). Al vero e proprio danno si arriva raramente e anche in questi casi i sintomi sono molto simili ad altre malattie del fegato: ittero, dolore all’addome, prurito.

Origine

Gli studi compiuti hanno permesso di chiarire come i rischi di danno epatico possano aumentare in situazioni in cui il paziente abbia un’età inferiore o uguale ai 18 anni oppure sia obeso. O, ancora, durante la gravidanza o il concomitante consumo di bevande alcoliche, nonché in presenza di polimorfismi genetici (ossia stati di ipersensibilità verso alcune molecole chimiche). Si conoscono 3 tipologie di danno epatico legato a farmaci: epatocellulare; colestatico (contraddistinto soprattutto da prurito e ittero); misto.

Sintomi

La sintomatologia è variabile: addirittura assente o non specifica. Comprende malessere generale, nausea, anoressia, ittero fino ad includere l’encefalopatia acuta fino al coma.

Diagnosi e cura

La diagnosi si basa in primis sull’esclusione di altre cause e nella ricerca diretta del farmaco responsabile dell’alterazione. La cura consiste nell’immediata sospensione del medicinale / erba / droga / integratore e nella somministrazione di antidoti ad hoc (vedi l’avvelenamento da fungo Amanita phalloides).