HBV, in Europa
infezioni croniche
Non sono tutte buone notizie quelle che arrivano dall’European centre for disease prevention and control (Edcd). Nel 2017, nel Vecchio Continente, sono infatti aumentate le infezioni croniche da Epatite B (nella foto, il virus ingrandito al microscopio elettronico).
Su un totale di circa 27.000 casi registrati, all’interno della Ue e nello Spazio economico europeo, la maggioranza (ben il 58%) è stata classificata come cronica. A metterlo in luce, sottolineando i dati emersi, è il rapporto Hepatitis B – Annual epidemiological report for 2017.
Se da un lato, l’indagine riesce ad evidenziare come nella maggior parte dei Paesi Ue si registri un calo delle infezioni da Epatite B – scese da 1,1 per 100.000 abitanti del 2008 a 0,6 per 100.000 abitanti nel 2017 – e come ciò sia la diretta conseguenza di efficaci programmi dedicati alla vaccinazione; dall’altro – sempre nello stesso periodo – hanno subito un’impennata i casi di Epatite B cronica: passati da 6,7 per 100.000 abitanti nel 2008 a 10,2 per 100.000 abitanti nel 2017.
Con una netta preponderanza nei soggetti d’età compresa tra 25 e 34 anni.
C’è dell’altro: l’Ecdc, spiega che i numeri sulle modalità di trasmissione dell’infezione risultano non completi (la disponibilità si riferisce a solo un terzo dei casi acuti segnalati nel 2017 e soltanto rispetto al 13% dei pazienti cronici notificati).
In relazione ai casi acuti – 718 – con informazioni esaurienti, la modalità di trasmissione del virus più comune è stata quella eterosessuale (27%), seguita dall’infezione in ambito ospedaliero (nosocomiale, 16%); dai rapporti sessuali fra uomini (13%); da lesioni di natura non professionale (10%); dall’uso di sostanze stupefacenti tramite siringhe (10%).
Il 74% dei casi acuti da Epatite B associati ad assistenza sanitaria riguarda l’Italia, la Polonia e la Romania.
(Fonte: salute24.ilsole24ore.com)