Epatocarcinoma

Cos’è

L’Epatocarcinoma (o Carcinoma epatocellulare) è la principale forma di tumore maligno primitivo del fegato.

Origine

Come abbiamo già anticipato in altre schede, la sua origine è correlata a malattie, quali l’Epatite B e l’Epatite C specie se entrambe le forme virali hanno favorito lo sviluppo di una patologia cronica come la cirrosi epatica. Gli studi condotti permettono di chiarire che l’epatocarcinoma è presente in circa il 70% dei pazienti affetti da Epatite B o Epatite C. Un ruolo determinante riveste dunque la prevenzione, attraverso il monitoraggio periodico dei soggetti ‘colpiti’ da Epatite B o C sia mediante le analisi ematochimiche sia per mezzo della ‘sorveglianza’ strumentale (ecografia dell’addome) allo scopo d’individuare lesioni nello stadio iniziale e favorire procedure d’intervento terapeutico più efficaci.

Sintomi

Il carcinoma del fegato di piccole dimensioni non si rivela con sintomi. Di contro, gli epatocarcinomi più grandi possono causare dolori nella parte destra dell’addome, alla schiena, senso di pesantezza a livello epatico. Mentre negli stadi a maggiore progressione, i ‘segni’ sono quelli tipici della vera e propria insufficienza dell’organo: dall’ittero all’ascite (raccolta di liquidi nella cavità addominale), dai problemi di coagulazione del sangue all’ipertensione della vena porta (la vena che raccoglie il flusso ematico proveniente dalla cistifellea, dalla milza, dal pancreas, e da una parte dell’apparato digerente per poi trasportarlo al fegato). La classificazione della neoplasia prevede 3 modalità: tumore a nodulo singolo; multiplo e massivo (quando le lesioni invadono tutta la ghiandola epatica).

Diagnosi e cura

Alla diagnosi di tumore maligno concorrono gli esami di laboratorio, l’ecografia, la TC e la Risonanza Magnetica. Il trattamento si traduce nella resezione epatica volta ad asportare la lesione tumorale nella sua interezza; nell’alcolizzazione della massa (mediante etanolo), nella termoablazione (mediante radiofrequenza o microonde); nella chemioembolizzazione e, infine, nel trapianto di fegato dopo attenta valutazione clinica e la cui percentuale di successo con sopravvivenza a 5 anni dall’intervento sfiora l’80%.
Il carcinoma primario del fegato è la sesta patologia oncologica per frequenza e la seconda causa di morte per tumore al mondo.

L’epatocarcinoma è responsabile di oltre 600.000 decessi l’anno.

Solo il 30-40% dei pazienti con epatocarcinoma risulta candidabile alle terapie che prevedono l’asportazione chirurgica o il trapianto d’organo.

L’aspettativa di vita dei malati con epatocarcinoma non trattabile è inferiore ai 12 mesi.