Faq

L’intervento chirurgico richiede dalle 6 alle 12 ore. La maggior parte dei pazienti rimane ricoverata in ospedale 3 settimane.

La maggior parte dei pazienti trapiantati recupera ritmi e abitudini normali entro 6 mesi dall’intervento chirurgico. La ripresa dell’attività lavorativa e professionale dopo l’operazione è variabile sulla base alle caratteristiche dell’occupazione.

Possibili effetti collaterali dei farmaci immunosoppressori che devono essere assunti dopo il trapianto per la prevenzione del rigetto.

Questi effetti non sono sempre presenti e variano in base al tipo di farmaco utilizzato:

  • Ritenzione idrica
  • Ipertensione
  • Iperglicemia o Diabete
  • Aumento dei grassi nel sangue
  • Mal di testa
  • Diarrea
  • Nausea
  • Tremore

Dopo un trapianto di fegato non è da escludere una maggiore sensibilità alle infezioni. Ciò deriva anche dall’assunzione dei farmaci utilizzati nel post-intervento. Questi farmaci, infatti, oltre a svolgere una primaria funzione di controllo del rigetto dell’organo trapiantato, agiscono sul sistema immunitario ‘abbassando’ le normali difese dell’organismo. In caso di febbre – quale ‘spia’ di probabile infezione – occorre monitorare la temperatura e provvedere all’immediato consulto con il medico curante e il Centro Trapianti di riferimento allo scopo di scongiurare il peggioramento dei sintomi.

Abbiamo già detto della maggiore sensibilità alle infezioni dopo un trapianto di fegato anche a ‘causa’ della terapia farmacologica anti-rigetto. L’uso della mascherina di protezione (naso-bocca) tuttavia non è sempre consigliato ed è bene al riguardo fare riferimento ai propri medici. E’ invece buona precauzione evitare il contatto con familiari e amici nel caso di sindrome influenzale o malattie da raffreddamento. Da evitare inoltre i luoghi troppo affollati onde prevenire possibili contagi ed i contatti con bambini in età pre-scolare e scolare nel periodo delle epidemia delle malattie contagiose dell’infanzia.

Una volta rimossi i drenaggi, il paziente può fare la doccia ogni giorno. Suggerito l’utilizzo di una crema emolliente da stendere sulla pelle dopo il lavaggio. Da sostituire con regolarità lo spazzolino, affinché la placca dentale venga rimossa in modo efficace.

Eventuali disturbi alle gengive (dolore e sanguinamenti) oppure ai denti, così come le modificazioni del colore della pelle, la comparsa di macchie o altre lesioni della cute vanno subito segnalati al medico.

Successivamente all’intervento chirurgico il peso corporeo del paziente trapiantato può andare incontro ad un aumento dovuto a più fattori. Dall’accumulo di liquidi (quello che i medici chiamano edema, all’incremento ponderale vero e proprio: l’eccesso di peso può condurre alla malattia del fegato grasso e contribuisce significativamente al rischio di presentare malattie cardiovascolari!. In quest’ultimo caso, valutata la condizione psicofisica generale del soggetto, è bene sottoporsi a specifico regime dietetico sulla base delle indicazioni ricevute dallo specialista. Altrettanto importante è la periodica misurazione della pressione arteriosa: i farmaci assunti per la terapia anti-rigetto possono avere effetti sull’andamento dei valori minimi e massimi.

Un’alimentazione sana include vegetali e frutta di stagione, il che consente l’assunzione di vitamine e agenti antiossidanti. Tuttavia è bene lavare con cura gli alimenti che si assumono crudi.

Integratori, vitamine e rimedi fitoterapici (erbe) sono vietati in chi è stato sottoposto a trapianto di fegato. I pazienti devono attenersi alla terapia farmacologica prescritta dal medico curante.

Dopo trapianto di fegato, organo direttamente coinvolto nell’azione dannosa dell’alcol, nessuna bevanda alcolica è ammessa. L’alcol nuoce al nuovo fegato e provoca l’alterazione dei test inerenti la funzionalità epatica. Modificazioni che possono essere interpretate – in modo errato – come ‘spie’ di rigetto dell’organo o segnale d’infezione in atto.

La risposta non può che essere una: il fumo è vietato. Sono ampiamente riconosciuti gli effetti dannosi sull’intero sistema cardiovascolare, sull’apparato respiratorio nonché sulla salute e la funzionalità di altri organi: tra cui il fegato. Si tenga inoltre presente che i vasi sanguigni del fegato nel trapianto sono stati ricuciti chirurgicamente e l’azione vasocostrittrice del fumo potrebbe danneggiare la riparazione di queste suture.

Nei casi di viaggi, anche all’estero, la prima regola da osservare è quella di non dimenticare mai i propri farmaci; meglio se aumentati nelle quantità quale scorta da utilizzare in condizioni d’emergenza o difficoltà d’acquisto. Utile una lista in cui siano chiaramente indicati i principi attivi dei medicinali assunti, poiché in altri Paesi non è da escludere la possibilità di reperire farmaci differenti solo per nome. Il viaggio rimane comunemente accettabile nei Paesi sviluppati, mentre per i Paesi in via di sviluppo, dove le condizioni igieniche possono risultare precarie con conseguente rischio di contrarre malattie, come pure per i Paesi dove sono in corso epidemie infettive o sedi di endemie di infezioni per le quali sono richieste vaccinazioni particolari è bene concordare il viaggio con il proprio medico.

Nei primi mesi del post-intervento è meglio evitare sforzi fisici, specie che coinvolgano i muscoli addominali. Inizialmente sarà necessario l’impiego di una fascia elastica addominale a protezione del dolore innescato da movimenti troppo bruschi e repentini. Successivamente le passeggiate a piedi e in bicicletta – in piano – rappresentano la soluzione ideale per il ripristino del tono muscolare, la normalizzazione del peso e il controllo della pressione arteriosa. Il nuoto – la stessa regola vale durante le vacanze nelle località di mare – può essere praticato trascorsi i 6 mesi dall’operazione, preferendo piscine non troppo affollate e specchi d’acqua non stagnante. A prestanza fisica recuperata e condizioni generali favorenti la pratica sportiva anche intensiva è praticabile nell’ambito di un controllo medico adeguato.

Il trapianto di fegato non comporta nessuna restrizione della vita sessuale. Valgono sempre le precauzioni generali per evitare di contrarre malattie infettive.

Il ciclo mestruale torna alla piena normalità nell’arco di 6 mesi. È sconsigliata una gravidanza entro il primo anno dal trapianto. Il desiderio di maternità e paternità deve essere affrontato e discusso assieme al medico curante: non va esclusa, infatti, la necessità di modificare la terapia anti-rigetto. La gravidanza nella trapiantata deve essere monitorata in ambito specialistico con il supporto del centro trapianti.