Focus 27 Ottobre 2022

L’immunoterapia per prevenire le metastasi al fegato da tumore del colon-retto

Un nuovo approccio per prevenire le metastasi al fegato da tumore del colon-retto. È quanto ha sviluppato un gruppo di ricercatori del San Raffaele di Milano, un trattamento immunoterapeutico peri-operatorio con interferone alfa. Lo studio preclinico, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista eLIFE, è stato condotto grazie al contributo della Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro.

L’interferone alfa è una molecola prodotta dall’organismo e svolge un’importante attività anti-tumorale. I ricercatori ne hanno somministrato dosi basse a modelli murini nel periodo appena prima e durante l’intervento chirurgico per la rimozione del tumore del colon-retto. In seguito alla somministrazione con questa modalità innovativa, è emerso che il farmaco è stato in grado di stimolare le cellule endoteliali del fegato per costruire una barriera vascolare. Questa è stata a sua volta capace di limitare l’ingresso delle cellule tumorali nell’organo in questione, prevenendo quindi la formazione di metastasi.

Il tumore del colon-retto è una delle neoplasie a più elevata incidenza nel mondo e solo in Italia è al secondo posto nella popolazione maschile e femminile per incidenza e mortalità. Le campagne di screening e i progressi in chirurgia, radioterapia e oncologia, hanno ridotto l’incidenza stessa e migliorato le possibilità di cura. Tuttavia, il tasso di mortalità è ancora elevato e spesso associato alla diffusione delle cellule tumorali maligne in altri siti, con il fegato come sede più comune di colonizzazione metastatica.

Le proprietà anti-tumorali dell’interferone alfa sono ormai riconosciute in campo medico. È però altrettanto vero che la somministrazione per via sistemica a dosi relativamente elevate ha mostrato un’efficacia limitata, principalmente a causa di gravi effetti collaterali in tutto l’organismo. Per migliorare il profilo farmacocinetico dell’interferone alfa, rendendolo più efficace e tollerabile, i ricercatori del San Raffaele hanno ideato questa nuova strategia. Da un lato il farmaco è utilizzato a basse dosi, dall’altro è somministrato in fase peri-operatoria, considerata un momento critico nella disseminazione metastatica delle cellule tumorali.

Come ha spiegato Giovanni Sitia, responsabile dell’Unità di Epatologia Sperimentale e coordinatore dello studio in collaborazione con Luca Guidotti, vice-direttore scientifico e Ordinario alll’università Vita-Salute San Raffaele, “questo risultato è possibile grazie a molteplici meccanismi mediati dall’interferone alfa. Inizialmente esso agisce costruendo delle vere e proprie barriere fisiche sulle cellule endoteliali, che rivestono l’interno dei vasi sanguigni, impedendo preventivamente la colonizzazione e la crescita metastatica. In seguito, favorisce la risposta immunitaria contro le metastasi al fegato da tumore del colon-retto, conferendo protezione a lungo termine senza causare apparenti effetti collaterali”.