Cirrosi epatica

Cos’è

La cirrosi epatica è una malattia, molto grave, dovuta ad un processo infiammatorio cronico e successiva trasformazione dell’organo in tessuto fibroso. Ciò provoca, quale esito conclusivo, la completa demolizione della normale struttura del fegato.

Origine

Le cause possono essere riassunte in 7 grandi ‘capitoli’. La prima ‘origine’ è di natura virale, correlata alla presenza degli agenti patogeni HBV e HCV (epatite virale cronica da virus B e C; quest’ultima costituisce oggi, in Italia, la principale causa di cirrosi). Seguono origini dovute all’alcolismo; cirrosi biliare primitiva e colangiti sclerosanti primitive (malattie di origine autoimmune caratterizzate da comparsa di prurito e colangiti ricorrenti); epatite cronica autoimmune (il sistema immunitario non riconosce le cellule epatiche e le distrugge); farmaci o altre sostanze chimiche di sintesi (fra cui erbe, integratori, droghe; occorre sempre chiedere al proprio medico se si possono assumere prodotti di erboristeria e mai adeguarsi ai suggerimenti avuti da non medici); ostruzione del deflusso venoso del fegato (malattia di Budd-Chiari); disturbi di natura metabolica o ereditaria (es: morbo di Wilson, glicogenosi, emocromatosi, NASH, ecc).

Sintomi

Non di rado per un lungo periodo di tempo la malattia è ‘silente’ e la diagnosi si ha in circostanze dettate da accertamenti strumentali eseguiti per motivi non direttamente collegati a cirrosi oppure quando ormai la progressione è avvenuta. La progressione della patologia comporta disturbi come affaticamento, debolezza, mancanza d’appetito, nausea e dimagrimento. Negli stadi più avanzati compaiono ittero (colorazione giallastra della cute e degli occhi), ascite (raccolta di liquido nella cavità addominale), edema (gonfiore) degli arti iinferiori, splenomegalia (aumento del volume della milza), emorragia digestiva (per rottura delle varici esofagee o per gastrite acuta), encefalopatia (le tossine non espulse dalla ghiandola si accumulano nel cervello provocando alterazioni della funzione cerebrale dal disorientamento fino al coma); predisposizione ad ematomi ed ecchimosi; alterazioni delle unghie (nella forma e nel colore); alterazioni della pelle; ingrossamento del seno e atrofia testicolare; malnutrizione, perdita del tono muscolare.
La cirrosi, segno di una grave compromissione funzionale del fegato, ha – come si può capire dall’insieme dei suoi sintomi – una profonda ricaduta su tutto l’organismo ed è causa di una netta capacità di affrontare autonomamente il ritmo normale di vita quotidiana. Inoltre, progredendo la cirrosi, aumentano le medicine da assumere per rallentarne l’evoluzione e si fanno sempre più frequenti i ricoveri per porre rimedio allo scompenso epatico.
Altre volte, prima che la cirrosi si scompensi, ma sempre a causa della sua presenza, nel fegato compaiono uno o più noduli di epatocarcinoma. L’epatocarcinoma è il tumore maligno primitivo epatico più frequente e la diagnosi precoce di questa complicanza della cirrosi si effettua mediante la programmazione – a cicli temporali fissi e costanti – di ecografia, TC o RMN.

Diagnosi e cura

Alla diagnosi di cirrosi epatica concorrono in prima battuta gli esami di laboratorio (GOT, GPT, bilirubina, fattori di coagulazione, albumina, conteggio delle piastrine) affiancati dall’ecografia addominale/epatica (seppur non sempre esaustiva per cirrosi non conclamata), la biopsia del tessuto epatico e la TC. La ‘cura’ della cirrosi epatica – rivolta a rallentare la distruzione degli epatociti, contenere i sintomi e le complicazioni (affinché il malato non peggiori e non si instauri una vera e propria insufficienza epatica) – segue percorsi differenziati in base alle sue cause: dall’eliminazione di ogni tipo di bevanda alcolica, al contrasto all’Epatite B e C mediante l’utilizzo di farmaci specifici. Mentre il sovraccarico di ferro dell’emocromatosi va regolato attraverso regolari salassi di sangue e l’epatite cronica autoimmune affrontata per mezzo di corticosteroidi. Peraltro non per tutte le malattie che causano cirrosi ci ono a disposizione rimedi efficaci per impedire la sua progressione e comunque all’eventuale trattamento specifico volto alla causa, si associano spesso terapie che cercano di controllare i sintomi e di rallentare la progressione della malattia. Il trapianto d’organo rappresenta la soluzione terapeutica definitiva per i casi di scompenso epatico da cirrosi che non hanno avuto il tempo di essere trattate prima di progredire o che non hanno risposto alle terapie. Inoltre il trapianto di fegato è l’unico trapianto di organo che trova una sua indicazione quale terapia oncologica verso l’epatocarcinoma, quando non resecabile.