Obesità, IMC
non basta

Il BMI (o Indice di Massa Corporea) non è sufficiente a chiarire un quadro completo – e quindi i rischi associati – per l’obesità nei bambini (obesità pediatrica).
A spiegarlo sono alcuni ricercatori canadesi che sostengono l’utilità di aggiungere un sistema di stadiazione a forte supporto delle decisioni cliniche.
“Sebbene le attuali linee guida – commenta Katherine Morrison della McMaster University di Hamilton (Ontario) – suggeriscano che le decisioni sui piani di trattamento da adottare nei confronti dell’obesità infantile dovrebbero essere basate sul BMI, un sistema di stadiazione clinica è in grado d’identificare i problemi di salute tra adolescenti e giovani con obesità al momento dell’accesso al programma di controllo del peso”.
“Nel nostro studio – dice Morrison – più di 2/3 dei bambini aveva un’obesità grave basata sul BMI al momento dell’invio ad una clinica pediatrica per il controllo del peso; anche se solo una delle 10 cliniche richiedeva la presenza di obesità grave per l’accettazione ai rispettivi programmi. Pertanto, gli operatori sanitari in genere non inviano ai centri specializzati i bambini con una minore entità dell’obesità, ma aspettano diventi grave”.
LO STUDIO
Morrison e gli altri ricercatori hanno esaminato bambini obesi con un’età compresa tra 5 e 17 anni, iscritti al Pediatric Weight Management Registry tra il 2013 e il 2017.
I soggetti (età media 13 anni, quasi la metà femmine) sono stati classificati secondo le classi BMI dell’OMS (le classi II e III si riferiscono ad un’obesità grave).
Contemporaneamente si è applicato l’Edmonton Obesity Staging System per la pediatria (Eoss-P); quest’ultimo declinato sulla valutazione clinica per problemi metabolici, meccanici (all’apparato muscolare e scheletrico; apnee notturne), di salute mentale (ansia, mancanza di attenzione, iperattività) e difficoltà sociali (tra cui il bullismo).
Quindi si è proceduto all’analisi tra classe BMI e fase Eoss-P.
Il risultato (pubblicato su The Lancet Child and Adolescent Health) è stato così sintetizzato: su 847 bambini con dati completi, il 64% è risultato con obesità grave in base al BMI, l’80% con obesità grave in base all’Eoss-P (fase 2/3).
I problemi di salute correlati all’obesità di stadio 2/3 erano comuni: di salute mentale per il 61% dei bambini esaminati; problemi metabolici per il 41%; di ambientazione sociale per il 21%; di salute meccanica per il 10%.
Le problematiche di salute mentale apparivano distribuite in modo equo tra le classi di BMI, mentre i problemi di natura metabolica un po’ più ricorrenti nelle classi BMI superiori. Così come i problemi di ordine sociale crescevano di pari passo all’incremento del BMI.
Infine, i bambini con obesità di classe I erano per il 76% Eoss-P fase 2/3, così come l’85% di quelli in classe d’obesità III.
In altri termini, i problemi di salute fisica e mentale sono molto diffusi tra i bambini affetti da obesità e ciò non dipende dalla classe BMI “d’appartenenza”.
(Fonte: Popular Science)