Focus 13 Gennaio 2022

A Roma il maxi-intervento per rimuovere un sinovialsarcoma

È stato necessario asportare anche una parte del fegato, insieme a lobo polmonare, parete toracica e diaframma, per rimuovere il sinovialsarcoma che aveva colpito un paziente in pensione originario di Viterbo. Il maxi-intervento è stato effettuato all’Istituto nazionale tumori “Regina Elena” (IRE) di Roma.

Si tratta di una forma molto aggressiva di malattia che tipicamente si sviluppa nei tessuti molli degli arti: rappresenta circa il 5% di tutti i sarcomi e solo lo 0,1% dei tumori primitivi del torace. Considerata la rarità della malattia, in letteratura, non sono descritti casi di intervento chirurgico combinato toraco-addominale di resezione di un sinovialsarcoma. Il protagonista di questa storia a lieto fine è stato Fulvio, idraulico in pensione. Nel mese di aprile aveva iniziato ad accusare affaticamento respiratorio e tosse stizzosa e pensando al Covid aveva eseguito subito un tampone risultato però negativo. Con il persistere della sintomatologia, su indicazione del medico curante, si sottopone a un Rx del torace che mostra un’opacità pressoché totale dell’emitorace destro, compatibile con un versamento pleurico. La successiva TC del torace, oltre a confermare la presenza del versamento pleurico, evidenzia una neoformazione polmonareche dal lobo inferiore destro si estende oltre il diaframma fino al fegato.

Subito viene sottoposto ad intervento di videotoracoscopia diagnostica per eseguire la biopsia della neoformazione polmonare e l’esame istologico conferma la diagnosi di sinovialsarcoma a partenza dalla pleura diaframmatica. Dopo il trattamento chemioterapico pre-operatorio eseguito nell’oncologia dell’ospedale di Belcolle (Viterbo) e la TC ripetuta a fine luglio, il caso clinico viene discusso collegialmente dall’equipe della Chirurgia Toracica IRE, dagli Oncologi curanti di Viterbo e dall’equipe dell’Unità Operativa di Chirurgia Epatobiliopancreatica. “L’intervento è durato quasi 11 ore – raccontano il chirurgo toracico Enrico Melis e Gian Luca Grazi, direttore della Chirurgia Epatobiliopancreatica IRE, a capo delle rispettive equipe – e si è concluso con l’asportazione contemporanea di un lobo polmonare, della parete toracica, del diaframma e di una parte del fegato e a seguire dalla ricostruzione della parete toracica e del diaframma con materiale protesico”.

La complessità dell’intervento chirurgico ha richiesto una precisa pianificazione pre-operatoria tra le due equipe chirurgiche e gli anestesisti per garantire al paziente l’asportazione radicale della malattia e prevenire tutte le eventuali difficoltà tecniche ed anestesiologiche.

“È molto importante – sottolinea Marina Cerimele, direttore generale IFO – che questi interventi vengano eseguiti in centri ad alta specializzazione. Così come è stata fondamentale la collaborazione multidisciplinare non solo tra gli esperti IFO, ma a livello territoriale, con i professionisti che operano a Viterbo. Proseguiamo nel consolidare il modello di rete di collaborazione tra i nostri centri di riferimento e il territorio”.