Focus 27 Gennaio 2021

Condivisione e procedure unificate, così l’Europa vuole migliorare il sistema di donazioni e trapianti

Migliorare il sistema di donazione e trapianto di organi in Europa. È l’obiettivo con cui l’EKHA (la European Kidney Heath Alliance), l’associazione che ha il compito di coordinare un vero e proprio network internazionale di attori del sistema sanitario, ha inviato una lettera ufficiale alla Commissione Europea per chiedere un nuovo piano di azione per implementare l’organizzazione trapiantologica negli stati membri. Il documento, oltre che dal nostro Centro nazionale trapianti, è stato sottoscritto anche da altre 11 autorità competenti di Paesi tra cui Bulgaria, Francia, Lituania, Portogallo, Repubblica Ceca e Spagna. A loro si sono aggiunte 59 organizzazioni e associazioni che si occupano di donazione e trapianti nelle rispettive nazioni e in quelle che formano il Parlamento europeo.

Già nel 2019, alla stessa Commissione, venne presentata una prima dichiarazione congiunta intitolata appunto “A shared vision for improving organ donation and transplantation in the EU” (Una visione condivisa per migliorare la donazione e il trapianto di organi nell’UE, ndr). Il risultato di un Action Plan che aveva la finalità di aumentare la disponibilità di organi e migliorare il sistema di efficienza, accessibilità e sicurezza dei trapianti. Il report ha confermato che in media il numero degli interventi in Europa è aumentato del 17%, con un robusto incremento delle donazioni da vivente (+29,5%), così come quelle da cadavere (12%), a dimostrazione di quanti passi in avanti siano stati compiuti dai singoli sistemi sanitari. Risultati che hanno sì ribadito quanto lo straordinario apporto delle autorità competenti sia stato determinante, ma anche quanto strategica sia stata la disponibilità, da parte dei Paesi con maggiore esperienza, di mettere il proprio know-how a disposizione delle realtà più deboli. Un qualcosa che ha contribuito a organizzare oltre 20 azioni finanziate dall’Unione Europea.

Ora la richiesta di un secondo Action Plan vuole perseguire proprio questo obiettivo, continuare lungo quel percorso di condivisione e conoscenza per unificare le procedure sia all’interno di ogni singolo Paese che tra Paesi membri. Una necessità che l’emergenza sanitaria generata dal Covid rende ancora più significativa per via degli effetti che la pandemia rischia di continuare a provocare sul sistema delle donazioni e dei trapianti nel nostro continente.

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