Insufficienza epatica acuta: cos’è, da cosa dipende e come si cura
Una condizione di emergenza. Questo è ciò che scatta quando si manifesta l’insufficienza epatica acuta. Si tratta di una forma che può svilupparsi gradualmente nel corso del tempo, ma che in fase acuta porta il fegato a smettere di funzionare improvvisamente nel giro di pochi giorni.
L’unica soluzione immediata è il ricovero in ospedale, in quanto i rischi per chi ne viene colpito sono estremamente elevati soprattutto per gli effetti che questa comporta: dall’encefalopatia epatica alle emorragie interne e insufficienza renale. Ittero, dolore nella parte alta dell’addome e alterazioni comportamentali sono quei sintomi che, se riscontrati, richiedono un immediato contatto con il medico: in alcuni casi è possibile risolvere il problema con trattamenti specifici (farmaci per l’avvelenamento o per ridurre edema cerebrale o rischio di emorragie, monitoraggio di infezioni nel sangue e nelle urine), ma in molti altri il trapianto di fegato è l’unica strada percorribile.
Da cosa si sviluppi l’insufficienza epatica acuta non è ancora chiaro. Si passa dall’abuso di paracetamolo o di altri antinfiammatori non steroidei agli antibiotici, fino ai virus delle epatiti A, B, C, D ed E, all’epatite autoimmune e a patologie metaboliche rare. Oltre all’ittero e agli altri sintomi citati in precedenza, segnali ulteriori da non sottovalutare sono nausea, vomito, difficoltà di concentrazione, disorientamento e sonnolenza.
Per prevenire l’insufficienza epatica acuta è bene seguire alcuni comportamenti corretti come un ridotto consumo di alcol, effettuare il vaccino contro l’epatite, utilizzare il preservativo nei rapporti sessuali (una buona prassi che vale sempre) e adottare un’alimentazione sana evitando cibi troppo grassi. Inoltre, è importante sottoporsi a esami del sangue, ecografie e biopsie del fegato.