La storia di Isaac, rifugiato e salvato da un trapianto di fegato
La prima volta si era rivolto all’ambulatorio di Emergency: era il 2019. L’unico sintomo era l’ittero. Da quel momento le sue condizioni sono peggiorate fino alla diagnosi: colangite sclerosante primitiva. Questa la malattia rara che lo aveva colpito e questo è anche l’inizio della storia di Isaac.
L’uomo, un 50enne ghanese rifugiato politico, è stato letteralmente salvato all’ospedale Cardarelli di Napoli dove vive da vent’anni e dove si è potuto sottoporre al trapianto di fegato. Un percorso di sofferenze, in primis dovute alla lontananza dalla famiglia, ma anche di amicizie e speranze per una nuova vita. Una volta capito quale fosse la sua patologia, Isaac ha provato a conviverci, ma negli ultimi mesi la situazione è precipitata. Seguito fino a quel momento in day hospital, l’uomo è prima stato trasferito nell’UOC di Epatologia e, successivamente, operato dall’equipe di Chirurgia e Anestesia.
Come ha spiegato il direttore generale, Giuseppe Longo, “prenderci cura di chi ha bisogno è il nostro compito, ancor più se si tratta di donne e uomini che hanno un passato così complesso. Il Cardarelli ancora una volta ha dimostrato di avere professionisti di grande valore e dall’enorme spessore umano”.
L’intervento di Isaac è andato per il meglio e nei prossimi giorni potrà essere dimesso. Grazie all’impegno di Emergency sarà poi ospitato nel Centro Fernandes di Castel Volturno (dell’arcidiocesi di Capua) dove avrà una sua stanza e un servizio di mensa dedicato. “Napoli mi ha adottato e salvato – ha dichiarato a margine dell’operazione – se non avessi trovato l’aiuto di Emergency e di tutti i medici che si sono presi cura di me oggi il mio destino sarebbe segnato”.
“Isaac è arrivato in Italia 20 anni fa – ha detto Sergio Serraino, coordinatore dell’ambulatorio Emergency di Castel Volturno – non ha mai smesso di lavorare nei campi o nei cantieri edili pur di sostenere a distanza la sua famiglia. Con questo trapianto è come se gli fosse stata data una nuova vita”.