Focus 23 Novembre 2021

Malattia epatica associata all’alcol, mortalità ridotta con terapia farmacologica

La terapia farmacologica riduce il tasso di mortalità nei casi di malattia epatica associata all’alcol. È quanto emerge da uno studio presentato in occasione dell’American College of Gastroenterology e pubblicato sul Journal of Hepatology. Alla base della ricerca, i trattamenti per i disturbi da uso di alcol (AUD) e le malattie ad esso correlate, prima tra tutte l’epatopatia alcolica (ALD).

I disturbi da uso di alcol sono una delle principali cause di malattia e disabilità in quasi tutti i Paesi europei. Tra le forme più diffuse c’è l’ALD. Attualmente, l’alcol è la causa più frequente di cirrosi epatica nel mondo occidentale. La pietra angolare del trattamento per l’ALD è raggiungere l’astinenza totale e prevenire le ricadute: i trattamenti medici e chirurgici sono limitati quando si continua a bere.

La revisione narrativa presentata riassume i trattamenti attuali per gli AUD con una particolare enfasi sul trattamento degli stessi nei pazienti con epatopatia alcolica. Vengono analizzati gli interventi psicosociali e farmacologici, la gestione medica alla base dei limiti e delle opzioni nei pazienti con AUD. Infine, alla base dello studio c’è la discussione sull’impostazione più appropriata per la gestione dei pazienti con AUD con malattia epatica avanzata, nonché le indicazioni per il trapianto di fegato.

Lo studio ha coinvolto 115 persone (63% uomini; età media 51,7 anni) che erano state ricoverate per ALD e AUD tra il 2018 e il 2020 nell’Università del Nebraska Medical Center. Al 21% (n=24) sono stati prescritti vari trattamenti farmacologici per l’AUD, tra cui acamprosato (n=10), naltrexone orale (n=7), baclofen (n=3), naltrexone IM (n=2) e disulfiram (n=2). I pazienti a cui è stato prescritto un trattamento medico per l’AUD hanno avuto un tasso di mortalità a un anno significativamente più basso del 4,2% rispetto al 20,9% per i pazienti a cui non è stata prescritta terapia medica, che è rimasto statisticamente significativo dopo un aggiustamento dell’età.

La ricerca mostra che i farmaci in questione sono sottoutilizzati e che il loro utilizzo consente di abbassare il tasso di mortalità nei pazienti ricoverati con malattia epatica associata all’alcol.