Focus 17 Marzo 2021

Malattie autoimmuni del fegato e infezioni da Covid
A Modena il case study sulla possibile correlazione

L’infezione da Covid-19 tende a generare la risposta del sistema immunitario al pari delle patologie autoimmuni. È quanto emerge da un case study che sta conducendo la struttura complessa di Medicina Interna Metabolica dell’ospedale Civile di Baggiovara, una frazione del comune di Modena, e che a breve verrà pubblicata sul Journal of Hepatology.

La struttura si occupa di diagnosi e cura di numerose patologie rare del fegato tra cui le più significative sono la colangite sclerosante primitiva, le epatiti autoimmuni e le colestasi famigliari oltre alla colangite biliare primitiva. Inoltre, la struttura segue i pazienti con varie patologie del fegato quali la steatoepatite non-alcolica, l’epatite C, B e Delta. Quest’ultima per infettare le cellule epatiche richiede in particolare l’ausilio del virus dell’epatite B, quindi l’infezione si manifesta in soggetti colpiti anche da Epatite B. Nel 2020 l’ambulatorio delle malattie del fegato ha effettuato oltre 1.500 visite e proposto oltre 40 pazienti per il trapianto di fegato o resezioni chirurgiche per soggetti affetti da cirrosi o tumori del fegato.

Oltre al professor Pietro Andreone, direttore della struttura complessa, tra i firmatari del case study ci sono la dottoressa Alessandra Bartoli, specializzanda in Allergologia e Immunologia clinica all’università di Modena, e la dottoressa Carmela Cursaro, epatologa dell’ospedale Civile di Baggiovara: “Il caso – spiega il professor Andreone – si riferisce a una paziente di 44 anni, positiva al Covid, che ha visto l’insorgenza di due patologie autoimmuni: la colangite biliare primitiva e una malattia neurologica, la sindrome di Guillain-Barré. Ora è negativa, è guarita dalla malattia neurologica ed è seguita per la patologia biliare. La sua situazione è sotto controllo. Il caso da noi studiato è interessante, in quanto abbiamo visto come l’infezione da Sars-Cov2 abbia la tendenza a generare quella risposta abnorme e pericolosa del sistema immunitario che è lo stesso meccanismo alla base dell’insorgere delle patologie autoimmuni. Studiare il rapporto tra questa risposta immunitaria e il virus è utile per imparare a comprenderne meglio i meccanismi”.

L’unità operativa è molto impegnata nella sperimentazione di nuovi farmaci per il trattamento della colangite biliare primitiva (Elafibranor, Seladelpar e RhuDex) e della colangite sclerosante primitiva (Cilofexor), oltre a nuovi farmaci antivirali per epatite B (Interferenti della sintesi di RNA virale, Inibitori dell’assemblaggio del Capside e Nucleotidi Antisenso) e per epatite Delta (Bulevirtide e Lonafarnib).

(Nella foto in apertura, da sinistra: la dottoressa Carmela Cursaro, il professor Pietro Andreone e la dottoressa Alessandra Bartoli)