Focus 09 Giugno 2020

Oltre 14 milioni di italiani sono affetti da patologie croniche. I dati nel rapporto pubblicato dall’ISS

Sono oltre 14 milioni gli italiani affetti da almeno una patologia cronica. A stabilirlo è il report pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità che analizza le differenze di genere nella maggiore esposizione e l’incidenza dell’età su determinati tipi di malattie.

Punto di partenza dell’indagine sono stati i dati epidemiologici del Covid-19 che, in questo periodo, hanno evidenziato, sia nell’insorgenza che nelle manifestazioni cliniche e relativi esiti, differenze legate a età, genere e patologie croniche pregresse tra i pazienti che sono risultati positivi. Nel nostro Paese i contagi e i decessi non solo sono cresciuti con l’età, ma hanno coinvolto maggiormente gli uomini in cui la presenza di malattie croniche ha comportato esiti peggiori nel decorso del virus.

Tra il 2015 e il 2018 il sistema di sorveglianza a rilevanza nazionale PASSI (dedicato alla popolazione tra i 18 e i 69 anni) ha studiato un campione nazionale di circa 130mila adulti, mentre il sistema e PASSI d’Argento (per gli over 65), ne ha raccolti 40mila tra il 2016 e il 2018. Dal report emerge che da dopo i 65 anni, più della metà delle persone inizia ad essere alle prese con patologie croniche che variano dalle cardiopatie ai tumori, passando per malattie respiratorie, diabete, malattie del fegato o insufficienza renale. La quota via via aumenta con l’età arrivando a interessare la quasi totalità degli ultra 85enni italiani. Se prima dei 55 anni, la malattia cronica più frequente riguarda l’apparato respiratorio, cardiopatie e diabete accrescono la propria percentuale intorno al 30% e al 20% quando ci si avvicina agli 80. Stesso discorso per i tumori, mentre per quel che riguarda le patologie croniche del fegato la percentuale dei casi non supera mai il 5%, nemmeno in età particolarmente avanzata.

Seppur contenuta, la cronicità sembra penalizzare meno le donne. Il dato potrebbe essere generato non solo dalle differenze di genere nell’esposizione a determinati fattori di rischio, ma anche nell’approccio diverso e nell’accesso ai programmi di diagnosi precoce. Fumo e alcol, ad esempio, vedono le donne meno a rischio: tra i 18 e i 69 anni, infatti, è il 30% degli uomini a fumare rispetto al 22% delle donne e anche il dato degli ex fumatori conferma questa tendenza, con il 22% tra gli uomini e il 13% tra le donne. Stesse percentuali per il consumo di bevande alcoliche, un altro fattore che anche in riferimento all’obesità rende più esposto, seppur di poco, il genere maschile (11% contro 10%).

CONSULTA il report pubblicato dall’ISS