Il sangue come arma per cure e interventi salvavita
Il significato della Giornata mondiale del donatore
Un patrimonio nazionale frutto di una scelta etica, volontaria e non remunerata. Il sangue è il “protagonista” dell’appuntamento di domenica 14 giugno quando, come ogni anno, si celebra la Giornata mondiale del donatore. Una data che, forse più del solito, assume un significato particolare proprio nell’anno caratterizzato, non sono in Italia, dall’emergenza sanitaria generata dal Covid-19.
Al nostro Paese sarebbe spettato il ruolo di ospitare l’evento globale del World Blood Donor Day, ma in virtù delle restrizioni per contenere il contagio, l’Oms ha rinviato tutto al 2021. Tuttavia, sia la stessa Organizzazione mondiale della sanità che il Centro nazionale sangue, passando per il ministero della Salute e le associazioni e federazioni di donatori, hanno avviato e realizzato molteplici iniziative e campagne a distanza per promuovere la cultura del dono e sensibilizzare quante più persone possibili a compiere questo gesto.
Campagne che hanno visto i social network come gli strumenti più efficaci per ribadire ancora una volta l’importanza strategica del sangue, e del plasma, nel nostro Sistema Sanitario Nazionale. Importanza che viene garantita proprio dai donatori. Avere scorte di sangue all’interno di Centri regionali o banche (come nel caso del plasma iperimmune che si sta sperimentando in questo periodo per curare i pazienti positivi al coronavirus) non significa soltanto garantire terapie salvavita per pazienti cronici, ma assicurare il regolare svolgimento dell’attività trapiantologica.
Ne è la dimostrazione di come, a inizio pandemia, molte strutture ospedaliere italiane si fossero trovate nella condizione di riorganizzare o, in alcuni casi, sospendere addirittura, gli interventi chirurgici per via delle carenze di sangue che si stavano registrando un po’ ovunque, principalmente in quelle regioni più colpite dai contagi. Carenze che, a seguito di appelli e iniziative del Centro nazionale sangue e delle associazioni di donatori, sono state rapidamente colmate per permettere alla macchina trapiantologica di ripartire. A dimostrazione di questo ci sono stati i dati del Centro nazionale trapianti che, come confermato anche nel corso del webinar organizzato lo scorso 4 giugno, hanno sottolineato le difficoltà che l’intera rete ha accusato nei mesi critici della pandemia.
La data del 14 giugno non deve far passare il gesto della donazione come un qualcosa di cui ricordarsi ogni tanto, ma rendere tutti consapevoli di come, attraverso una scelta tanto solidale quanto preziosa, sia possibile assicurare il regolare cammino di un sistema che rende l’Italia e i donatori italiani un’eccellenza a livello internazionale.