Focus 10 Agosto 2021

Epatite neonatale, cos’è e come si manifesta

epatite neonatale

È un’infiammazione del fegato che interessa i neonati al di sotto dei due mesi di vitaL’epatite neonatale colpisce un bimbo ogni 2500, ha generalmente origine virale e la sua causa principale è l’infezione da parte del virus dell’epatite B.

I primi sintomi

La presenza dell’ittero oltre le prime due settimane è il primo segnale del fatto che ci si può trovare di fronte a questa forma. L’HBV può essere contratto al momento del parto, nonostante l’infezione sia presente nello 0,82% delle donne in gravidanza. Pur trattandosi di una malattia asintomatica, può generare una patologia cronica sia nella tarda infanzia che in età adulta. Diversi sono i fattori da cui può generarsi l’infiammazione del fegato dovuta all’epatite neonatale: dalle forme virali ai virus di epatiti B o C, da cause metaboliche o genetiche a infezioni trasmesse per via placentare, seppur in quest’ultimo caso il numero sia estremamente ridotto.

Gli esami da effettuare

La maggior parte dei bambini che nascono con l’HBV non hanno sintomi, nonostante l’infezione rimanga comunque in circolazione fino a generare epatiti croniche o cirrosi che, con il passare degli anni, possono generare seri problemi al fegato. Raramente l’infezione mette a rischio la vita del neonato, ma è bene dosare gli enzimi epatici e i fattori della coagulazione se, oltre le due settimane dopo la nascita, l’ittero è ancora presente. Importante, attraverso un’ecografia, sarà anche valutare aspetto e dimensioni di fegato e dotti biliari. La biopsia epatica, inoltre, permette anche di capire se quella che ci si trova di fronte sia davvero un’epatite neonatale o, nel caso, una forma più grave con sintomi confondibili.

Il trattamento

Non essendoci terapie specifiche, in un primo momento si dovrà intervenire sulla dieta del neonato, facendogli assumere latte con formulazione specifica ed eventualmente integratori con vitamine A, D, E e K per promuovere la crescita e lo sviluppo del bambino. Chi nasce da madri infette riceve un preparato di anticorpi contro l’epatite B entro le 12 ore post-parto. 

In genere nei primi sei mesi di vita l’epatite neonatale migliorase così non fosse e il piccolo dovesse sviluppare conseguenze più serie come la cirrosi, si dovrà ricorrere al trapianto di fegato.