Focus 16 Agosto 2021

L’inibizione di due proteine del fegato protegge dalla steatosi epatica non alcolica

resezione del fegato

L’inibizione di due proteine del fegato protegge dalla steatosi epatica non alcolica. È il risultato di uno studio condotto all’università dei Paesi Baschi e pubblicato sulla rivista Cancer Research. I ricercatori hanno dimostrato che agendo su E2F1 e E2F2, veri e propri bersagli terapeutici, è possibile trattare con successo questa patologia che spesso progredisce verso il tumore.

Circa l’80% dei pazienti obesi è colpito da NAFLD che, in particolare negli ultimi anni, si sta confermando un fattore di rischio per il carcinoma epatocellulare, il tumore epatico più diffuso. Non esiste un trattamento farmacologico specifico e le opzioni terapeutiche per il carcinoma epatocellulare sono ancora molto limitate. Il team di ricerca ha scoperto che i livelli di E2F1 ed E2F2 erano più alti nel fegato di pazienti obesi con steatosi epatica non alcolica o carcinoma epatocellulare rispetto ai fegati sani e che questi fattori esercitano un certo grado di controllo sul metabolismo. Utilizzando modelli animali supportati da modelli cellulari, lo studio ha dimostra che l’assenza di E2F1 o E2F2 determina una resistenza (quasi totale) allo sviluppo della steatosi epatica non alcolica associata a una dieta ricca di grassi e alla sua progressione verso il carcinoma epatocellulare.

Nel corso dello studio le due proteine sono state indentificate come regolatori chiave del consumo di lipidi nel fegato. Nei pazienti obesi o con NAFLD un loro aumento genera resistenza al consumo di acidi grassi che vengono immagazzinati in goccioline lipidiche, generando così nuove alterazioni metaboliche. La regolazione di grassi nel fegato da parte di E2F1 e E2F2 coinvolge la proteina CPT2, una delle responsabili della canalizzazione degli acidi grassi verso il mitocondrio per il consumo: ecco quindi che livelli elevati dei due fattori reprimono CPT2 impedendo ai lipidi di passare nel mitocondrio e inducendo il loro accumulo insieme ad altri metaboliti pro-cancerogeni (acilcarnitine).

Ecco perché l’inibizione di due proteine del fegato protegge dalla steatosi epatica non alcolica.