Focus 11 Dicembre 2020

Obesità infantile, in Italia dati tra i peggiori d’Europa
Per l’OMS oltre il 20% dei bambini è in sovrappeso

L’obesità infantile continua a preoccupare, soprattutto in Italia. Nonostante i passi in avanti compiuti negli ultimi anni, il nostro Paese continua a registrare numeri tra i più alti d’Europa in particolare per quel che riguarda i bambini in età scolare.

A confermarlo ci pensa il report della COSI (la Childhood Obesity Surveillance Initiative) dell’Organizzazione mondiale della sanità, una ricerca condotta nel 2019 da OKkio alla Salute, il sistema di sorveglianza coordinato dal CNaPPS che recentemente è stato designato come centro collaborativo della stessa OMS sull’obesità infantile. Lo studio ha coinvolto oltre 50mila bambini e ha permesso di valutare in sovrappeso il 20,4% di questi, con il 9,4% obesi e il 2,4% gravemente obesi. Seppur i dati mostrino una certa riduzione rispetto agli ultimi anni, i progressi lenti o addirittura la regressione in alcune aree evidenziano la necessità di intensificare le politiche di prevenzione e sensibilizzazione nel nostro Paese.

Gli ultimi dati dicono che un bambino su quattro consuma frutta e verdura meno di una volta al giorno e quasi uno su due non fa una colazione adeguata al mattino. I legumi vengono mangiati meno di una volta alla settimana dal 38% dei bambini e quasi la metà mangia snack dolci più di tre giorni alla settimana. In più, un bambino su quattro non rinuncia alle bevande zuccherate ogni giorno, seppur questa abitudine risulti in diminuzione. Stabili gli indicatori riferiti all’attività fisica. Secondo gli ultimi risultati, un bambino su cinque non ha praticato sport il giorno prima di essere coinvolto nello studio, più del 70% non è andato a scuola a piedi o in bicicletta e quasi la metà trascorre più di due ore al giorno davanti a televisione, tablet o cellulare: una tendenza, questa, che parrebbe in aumento.

L’obesità infantile rappresenta un grave problema di salute pubblica a livello globale, anche per le complicanze a livello epatico e di altro genere che comporta. La regione europea dell’OMS è quella più colpita da malattie non trasmissibili legate a morbilità e mortalità e una percentuale crescente di bambini e giovani qui presenti convive con il sovrappeso o l’obesità. Il COSI monitora la prevalenza di sovrappeso e obesità tra i bambini in età scolare e produce dati ogni tre anni. L’Italia è stata uno dei primi Paesi interessati e ha partecipato a 5 round di raccolta dati dal 2008, riportando anche il maggior numero di bambini coinvolti (più di 40.000 per ogni indagine). Nel 4° round (2015-2017), l’Italia è stata tra le nazioni con i valori più alti di sovrappeso nei bambini, insieme ad altri territori dell’Europa meridionale.