Focus 10 Dicembre 2020

Palermo, primo trapianto di fegato tra due pazienti positivi al Covid. L’intervento effettuato all’ISMETT

Un trapianto di fegato tra due pazienti positivi al Covid. Il primo intervento di questo tipo in Sicilia è stato effettuato all’ISMETT di Palermo, dove l’organo è stato prelevato da un donatore colpito dal virus e trapiantato su una donna, anche lei positiva. Un’operazione che rientra nell’ambito del protocollo stilato dal Centro nazionale trapianti e che vede la regione, la seconda in Italia insieme al Piemonte, attuarlo per consentire di effettuare trapianti di organi salvavita provenienti da soggetti deceduti con un’infezione da coronavirus.

In base alle linee guida, i pazienti devono essere in gravi condizioni cliniche per le quali, a giudizio del team medico responsabile del trapianto, il rischio di morte o di evoluzione di gravi patologie, connesso al mantenimento in lista di attesa, rende accettabile quello conseguente all’eventuale trasmissione di patologia donatore-ricevente. “A essere sottoposta a trapianto – racconta il professore Salvatore Gruttadauria, direttore del dipartimento per la cura e lo studio delle patologie addominali e dei trapianti addominali di Ismett – è stata una giovane paziente affetta da tumore primitivo del fegato, positiva al Coronavirus. La donna si era negativizzata e dopo 28 giorni dalla guarigione dell’infezione era stata riattivata in lista d’attesa per il trapianto”. La paziente sta bene ed è stata dimessa lo scorso 8 dicembre dopo essere risultata negativa al Covid 19 ai controlli post-trapianto stabiliti dal protocollo.

L’ISMETT di Palermo

Gratitudine e soddisfazione sono state espresse anche dal presidente della Regione, Nello Musumeci: “Ci siamo abituati al miracolo della vita che si rinnova, nella difficile contingenza che viviamo, ma questo evento assume un rilievo ulteriore, etico e scientifico, che fa onore alla Sicilia. Ogni altra parola in più sarebbe superflua. Voglio solo idealmente abbracciare, per il coraggio e l’altruismo dimostrati, i familiari della donatrice e rivolgere l’apprezzamento per tutti i professionisti impegnati nella delicata operazione”.

Come ha spiegato lo stesso direttore del Centro nazionale trapianti, Massimo Cardillo, “poter accettare, a determinate condizioni, anche le donazioni di organi da pazienti deceduti con il Covid è un’opportunità molto importante, specialmente in un momento come questo in cui l’attività di prelievo e trapianto risente della forte pressione della pandemia sull’intero sistema sanitario. Il protocollo del Cnt, costruito insieme alla nostra task force infettivologica, ci consente di procedere al trapianto da donatore positivo mantenendo comunque uno standard elevato di sicurezza e di qualità dell’organo trapiantato a beneficio del ricevente. In questi giorni abbiamo effettuato cinque trapianti di questo tipo, stiamo monitorando tutti i decorsi e al momento non abbiamo riscontrato nessun caso di reinfezione”.

L’importanza scientifica dell’evento è molto rilevante in quanto apre la nuova prospettiva di utilizzare organi prelevati da donatori Covid positivi per pazienti selezionati in lista d’attesa: “Il mio primo pensiero e ringraziamento va alla famiglia della donatrice per la grande generosità – dichiara Giorgio Battaglia, coordinatore del Centro regionale trapianti – e poi alla grande competenza tecnica dei professionisti della Rete trapiantologica, a partire dal personale del Crt Sicilia. Con questo caso, che ha richiesto l’adozione di procedure di sicurezza ancora più sofisticate, e che consentirà nel futuro nuovi protocolli clinici, abbiamo aperto una nuova frontiera per dare una risposta ai tanti pazienti affetti da insufficienza terminale d’organo, per i quali i trapianti sono l’unica speranza di salvezza. Ci siamo inseriti nel pieno della pandemia per ridare la vita e abbiamo avuto il coraggio di aprire nuovi percorsi”.