Focus 26 Settembre 2022

Trapianto di fegato da donatore vivente: ecco perché è un’opzione sicura

Un’alternativa sicura per i pazienti che devono sottoporsi a questo delicato intervento salvavita. Questo rappresenta il trapianto di fegato da donatore vivente (LDLT), una procedura sempre più diffusa che ha il vantaggio primario di ridurre tempi di attesa e decessi. È quanto emerge da uno studio pubblicato recentemente sul Journal of Hepatology che suggerisce di aumentare il ricorso a questa tipologia di operazione, visto che ad oggi il 15% delle persone che aspettano un nuovo organo non fa in tempo a sopravvivere.

L’obiettivo è quello di ridurre lo squilibrio tra domanda e offerta di organi. Il trapianto di fegato da donatore vivente consiste nel prelevare una porzione di fegato da una persona sana e inserirla in una persona il cui organo non funziona più correttamente. Il fegato rimanente del donatore ricresce e ritorna alle sue dimensioni, volume e capacità normali entro pochi mesi dall’intervento. Sebbene il periodo di attesa per un trapianto da donatore deceduto possa superare i cinque anni, la LDLT rimane poco diffusa rispetto al trapianto di fegato da donatore deceduto (DDLT) nei Paesi occidentali rispetto a quelli asiatici.

Identificare le differenze negli esiti e in altre caratteristiche del trapianto può essere una soluzione nel capire quali sono le aree da migliorare nell’assistenza sanitaria, mentre l’espansione delle pratiche di LDLTpuò essere giustificata nei Paesi che si affidano principalmente al trapianto da donatore deceduto. Lo studio, retrospettivo e multicentrico, ha coinvolto adulti di età pari o superiore ai 18 anni che si sono sottoposti a trapianto di fegato da donatore vivente tra gennaio 2008 e dicembre 2018. Sono stati esclusi i pazienti sottoposti a ritrapianto o a trapianto multiorgano. I ricercatori hanno confrontato le caratteristiche dei riceventi e dei donatori, le tendenze temporali e gli esiti post-LDLT nei tre registri. Inoltre, hanno cercato di valutare gli esiti della LDLT rispetto alla DDLT all’interno di ciascun Paese. Le operazioni complessive sono state 2.954, di cui 2.328 negli Stati Uniti, 529 in Canada e 97 nel Regno Unito: è stato il Canada ad aver eseguito la percentuale più alta di procedure LDLT tempo. Gli esiti a lungo termine sono stati eccellenti nonostante l’uso relativamente basso della LDLT nei Paesi occidentali. I tassi di sopravvivenza dei pazienti a uno, cinque e dieci anni, sono stati rispettivamente del 92,6%, 82,8% e 70,0% negli Stati Uniti, del 96,1%, 89,9% e 82,2% in Canada e del 91,4%, 85,4% e 66,7% nel Regno Unito.

Questa analisi del trapianto di fegato da donatore vivente dimostra che, nonostante il suo basso utilizzo nei Paesi occidentali rispetto a quelli asiatici, la sopravvivenza a lungo termine è eccellente.