Focus 21 Marzo 2022

Dona parte del suo fegato al figlio che ha l’atresia delle vie biliari

Non poteva esserci maniera più bella per celebrare la “Festa del papà”, se non col l’abbraccio del proprio figlioletto dopo l’intervento salvavita. Protagonisti di questa storia straordinaria sono Gioacchino e Alessio, padre e figlio di Agrigentol’uomo, nelle scorse settimane, ha donato parte del suo fegato al piccolo affetto da atresia delle vie biliari salvandogli la vita.

Si tratta di una malattia rara del fegato che provoca l’ostruzione dei dotti biliari, generando un’insufficienza terminale epatica. Al bimbo viene diagnosticata quando ha solo due mesi di vita, a seguito di una condizione di ittero prolungata che fa preoccupare i genitori. Dopo i controlli, la conferma della patologia che, fino a qualche anno fa, provocava il decesso nei piccoli pazienti, ma che grazie ai progressi compiuti nell’ambito della ricerca e della chirurgia avanzata, può essere trattata in modo efficace.

Numeri attuali dicono che colpisce un neonato su diecimila. Da circa cinquant’anni viene adottata una tecnica, chiamata Kasai (come il chirurgo giapponese che la ideò per primo), che consente ai bambini di andare avanti con il proprio organo: tuttavia, ancora oggi, nel 30-40% dei casi c’è necessità di ricorrere al trapianto. Il portoenteroanastomosi consiste in un’incisione nella parte superiore dell’addome per verificare la correttezza della diagnosi. Viene prelevata una parte del fegato per essere analizzata al microscopio: una volta fatto questo, qualora l’atresia delle vie biliari fosse confermata, il chirurgo si occupa di ricostruire il “nuovo condotto” che ricoprirà la funzione di via biliare che collega l’intestino al fegato. L’esito dell’operazione, che richiede diverse ore, dipenderà da quanto il processo lesivo della via biliare si è addentrato nell’organo: se la via biliare esterna può essere ricostruita, infatti, lo stesso non può avvenire per quella interna, un procedimento che richiede inevitabilmente il trapianto. Nei bambini con età superiore ai tre mesi la possibilità di riuscita dell’intervento di Kasai tende a ridursi e quindi l’indicazione all’intervento stesso è discussa caso per caso.

All’ISMETT di Palermo a Gioacchino è stata prelevata una parte del fegato da trapiantare su suo figlio Alessio: l’intervento è perfettamente riuscito e i due sono potuti tornare a casa a festeggiare la “Festa del papà” più bella di tutte.